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che, scoperta la magagna, lo studente venisse messo alla porta, senza tanti complimenti, dal famoso don Antonio Masula, un vecchio grosso e vivace che sedeva in alto presso l’entrata in platea, ed era d’un colpo d’occhio meraviglioso. Al San Carlo si rappresentò nell’autunno del 1855 la Violetta, il Lionello e il Trovatore con la Malon, Mirate e Coletti; e per la prima volta, negli ultimi giorni di luglio di quell’anno, Il Roberto di Piccardia di Meyerbeer, che ebbe buona accoglienza e fu eseguito dalla Frassini, dal Villani e dal Codini. Questo "Roberto di Piccardia„ era Roberto il Diavolo che la revisione sbattezzò, perchè la parola "diavolo„ non poteva comparire sul cartellone di un teatro; e poichè Roberto Normanno fu capo di una dinastia, la quale aveva regnato a Napoli e non poteva perciò figurare sulle scene, così gli si fece cambiar paese e divenne di Piccardia. Furoreggiava il ballo del Rota Il trionfo dell’innocenza, che era poi il Fornaretto. Si rappresentarono pure, in quell’anno, il Don Sebastiano con la Tedesco, il Graziani e il Coletti e l’Anna Bolena, nella quale esordi brillantemente la Sbrisci.

Nella stagione del 1857 l’Anna Bolena fu fischiata e tollerata l’Adelia. I Puritani vi ebbero nell’ottobre dello stesso anno esito incerto. Vi cantarono la Fioretti, il tenore Galvani, il baritono Coliva e il basso Antonucci; applauditissimo il Coliva, fischiato il Galvani. In quel mese tutti i teatri stettero chiusi per cinque giorni, essendo la Corte in lutto per la morte della principessa Maria Amalia, sorella del Re e consorte di don Sebastiano Gabriele, infante di Spagna. Morì donna Amalia il 16 ottobre a Pozzuoli di male acuto, nel palazzo del principe di Cardito, che lu acquistato poi dal conte d’Aquila suo fratello. Era la terza sorella del Re, sposatasi nel 1832, a quindici anni. Il matrimonio seguì a Napoli per procura, il 7 aprile del 1832, ed in persona ad Aranjuez, il 26 maggio dello stesso anno. Era una donna molto vigorosa nelle forme e di tipo schiettamente borbonico: buona, fu largamente rimpianta. Nel novembre suscitò fanatismo il Trovatore, con la Penco, Musiani, Coletti e la Guarducci. Verdi venne in persona a mettere in iscena la sua opera che accese aspre polemiche; o meglio le accese la Penco, perseguitata dall’Omnibua e difesa dal Nomade.

Nel luglio dello stesso anno cadde la Sonnambula per cattiva esecuzione, e nell’ottobre vi ebbe buon esito l’Elisa Fosco