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avuta abbastanza longanimità, e che perciò, senz’altre chiacchiere, smettesse di pubblicare il giornale che morì infatti alla fine di agosto del 1856.

De Cesare, Quercia, Padula e Trisolini trovarono ospitalità nel Nomade, nell’Omnibus, nell’Iride e più tardi nell’Epoca, fondata nel giugno del 1857 dal De Cristofaro. Alcuni scrittori del Nomade passarono all’Epoca, la quale, intendendo la réclame giornalistica un po’ più modernamente, pubblicò una lunga lista di collaboratori, dei quali era primo Carlo Troja ed ultimo Giuseppe Lazzaro. Questi iniziò una serie di articoli sull’istruzione» anzi sull’"insegnamento letterario„, concludendo: bruciate le grammatiche, le rettoriche e le poetiche, e ne dava l’esempio.


Le strenne in prosa e in versi, che ogni anno si pubblicavano, specie da alcuni giornali, erano altro campo aperto alla attività degli scrittori. Lo studio sulle strenne e sui versi, così detti di occasione, come per nozze, per monacazioni (allora molto frequenti), per onomastici, per genetliaci, per decessi, sarebbe interessante, come pur quello sulle poetesse del tempo. Brillavano tra queste Giannina Milli, Giovannina Papa, Anna Pesce, Irene Capecelatro, Adelaide Folliero, Erminia Frascani e quell’Emilia de Cesare, che fece fantasticar tanti sull’esser suo, provocò dichiarazioni d’amore e lettere di laude e ispirò la musa di Felice Bisazza, di Carlo Cammarota, di Giulio Salciti, di Luigi Cassitto e di Gaetano Bernardi, finché non si venne a sapere, e ci volle qualche anno, che sotto quel nome si nascondeva Carlo de Cesare. Sembrava strano che fosse venuta al mondo una poetessa d’animo e di sentimenti virili e ricca di una cultura, rara oggi e allora rarissima nelle donne.

Le strenne più accreditate, per eleganza tipografica, eran quelle di Gaetano Nobile, primo editore che abbia avuto Napoli e forse ultimo. Nel 1856 egli ne pubblicò una di prose e versi, tutta di autrici italiane viventi, dal titolo: La primavera. Tra le prosatrici napoletane, figuravano Adelaide Amendolito Chiulli, Virginia Pulli Filotico, Enrichetta Sava, Carolina d’Auria, Carolina Bonucci; e tra le nuove poetesse, Mariannina Spada, Maria Lettieri, Elvira Giampietri. Vi si pubblicò inoltre una bellissima ode di Luisa Amalia Paladini ed una, inedita, di Giuseppina Guacci, non delle migliori che la