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nuele Rocco e Giuseppe Portaluppi, i quali erano anche i revisori della polizia. L’Omnibus che, di tutti i fogli del tempo, era il meglio redatto ed il più ampio, veniva fuori il mercoledì e il sabato. Stampava in prima pagina le notizie politiche e, in appendice, romanzi di Francesco Mastriani. Era ricco di varietà, di curiosità e di cronaca teatrale, italiana ed europea. Fu nel giornale di suo padre che Achille Torelli cominciò a farsi conoscere, pubblicando qualche racconto, che rivelava l’ingegno eletto del futuro commediografo. Nell’Omnibus avevano già fatte le prime armi Pier Angelo Fiorentino, Achille de Lauziéres e Leopoldo Tarantini, che ne fu col Torelli il fondatore.

Ai primi di maggio del 1855 venne fuori l’Aurora, che portava in fronte il verso dantesco:

Dolce color d'oriental zaffiro;


nel giugno, l’Iride, col motto: Mille trahens varios adverso sole colores, e nello stesso mese, il Secolo XIX che prometteva di esser quotidiano e non visse che tre mesi, come si dirà appresso. Nel novembre usci il Diorama, che aveva per motto le severe parole di Seneca: Turpe est aliud loqui, aliud sentire, quanto turpius aliud sentire, et aliud scribere. Di tutti questi giornali, il periodico che aveva un formato giornalisticamente più regolare, e un insieme più copioso e vario, era, dopo l’Omnibus, il Nomade. Nel secondo sabato di aprile del 1856 si cominciò a pubblicare il Giornale dei giornali, sunto di fogli e di riviste, da non confondersi col Giornale bibliografico delle Due Sicilie, che vide la luce nel febbraio dello stesso anno e si pubblicava ogni quindici giorni, con un supplemento di lettere, teatri e varietà. Questi giornali minori vivevano vita breve e ne generavano altri più meno simili. La Gazzetta dei Tribunali, la Gazzetta Musicale e il Poliorama Pittoresco vivevano quasi clandestinamente, e la prima non si vendeva che in un solo caffè di via dei Tribunali. I giornali non avevano altra diffusione che fra i proprii abbonati o nei caffè, dove, naturalmente, si leggevano gratis. Non vendita per le vie e neppure chioschi nelle piazze. Ebbero vita più lunga l’Omnibus, il Nomade, l’Iride e il Diorama, i quali morirono dopo il 1860, ammazzati dai nuovi tempi,