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Montando sulla cattedra se li cavava; e, finita la lezione, li rimetteva, senza muover le dita, nè aveva bisogno di adoperar una mano per distendere il guanto sull’altra. La cattedra del Testa fu sempre tra le più affollate. Il professore parlava con la nasale e lamentosa cadenza abruzzese, ma quanta chiarezza e dottrina in quelle lezioni! Gli successe, dopo il 1870, il suo più valoroso discepolo, Diego Colamarino, altro tipo caratteristico, morto non ancora cinquantenne; e quella cattedra, illustrata dal Testa e dal Carrillo, fu poi degnamente occupata da Emanuele Gianturco.
L’Università era per altro deserta, anche prima del 1848. Gli studii privati, tenuti da uomini insigni, raccoglievano allora tutta la gioventù, e primeggiavano quelli di Roberto Savarese, che insegnava diritto romano, diritto e procedura civile; di Luigi Palmieri che insegnava, ad un tempo, chimica sperimentale, filosofia e diritto di natura; di Giuseppe Pisanelli che dettava diritto penale; di don Carlo Cucca, ritenuto somma autorità in diritto canonico. Lo studio di Paolo Tucci e di Salvatore de Angelis, che insegnavano matematiche elementari e sublimi, era frequentato da centinaia di giovani; e così pure quelli di Francesco de Sanctis e di Leopoldo Rodinò, succeduti, nell’insegnamento delle lettere italiane, al benemerito marchese Puoti; e quello dell’ abate Antonio Mirabelli, professore di lettere latine. L’insegnamento universitario era tradizionalmente formale, e lo divenne ancora di più dopo il 1848, per gli eccessi della polizia e le restrizioni del governo. All’Università si facevano gli esami pubblici, ma senza pubblico; e, andati in esilio Savarese, Pisanelli e De Sanctis, gli studii privati non rifiorirono che nel 1859, come sarà appresso notato, e fu l’ultima rifioritura. La nuova Università doveva ammazzare gli studii privati, con quanto maggior profitto della scienza, si è veduto e si vede.
Il numero degli studenti non arrivava al quinto di quello che è oggi, sebbene l’Università di Napoli fosse unica nei reali dominii di qua dal Faro. In quel tempo non vi era iscrizione, e perciò non è possibile una statistica esatta, ma solo approssimativa. Per gli anni 1852-53-54 ho potuto raccogliere le cifre degli studenti, che presero laurea o licenza nelle varie facoltà. Nel 1852 furono rilasciate 1022 cedole in belle lettere; nel 1853