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Venendo poscia al progetto di lettera, che mi si vuol confidare in previsione, S. M, non lo trovò di suo gusto, e mi mostrò unfff minuta da esso fatta in fretta, e quindi m’invitò a scrivere, sotto la dettatura Sua la lettera che incomincia “Le grave et serieux évenement qui vient de s’accomplir en France„ etc., aggiugnendo che poi con Carafa si sarebbe meglio tra noi disteso, purchè si fosse conservato il suo pensiero. Quindi con infinita bontà e lieto viso mi congedò, dovendosi andare ad imbarcare col Duca di Calabria per raggiungere le truppe della colonna mobile in Lagonegro.

Oggi al ministero mi sono state di nuovo lette da De Marsilio e Versace le minute corrette dal Re, ed io ho fatto mettere nella credenziale che, oltre il complimentare il novello Imperadore, era accreditato definitivamente presso S. M. Imperiale come lo sono preso il Principe Presidente.1


Documento VI, velume I, cap. VI.


Sulla morte di Domingo Ruix de Arana.


1855 — dicembre 5 — Alfonso Casanova a suo cognato Giuseppe Antonacci in Trani.

...Io non so come e da che cominciare la presente mia lettera. Quanto tu la desideri e l’aspetti, tanto il mio spirito soffre una violenza nello scriverla. Arana! il nostro incomparabile amico, quella anima così cara ed affettuosa, non è più. Avvezzi da così lungo tempo ad averlo in pratica e ad amarlo, poche privazioni d’amici potrebbero per te e per me agguagliare quest’una. Ed io, e tutti noi di casa non pensiamo da più giorni che a te, prediletto forse tra noi amici di quello sfortunatissimo giovine! Io lo vidi l’ultima volta al teatro dei Fiorentini, la sera di martedì 27 di novembre. Uscendo dal teatro abbiamo scherzato insieme. Eravamo soliti a quell’ora di percorrere su e giù Toledo, quasi ogni sera: quella sera no. L’indomani e il giorno appresso le mie ore passarono fra Beatrice, Nonnò

  1. Se questo diario rivela che la lunga assenza dell’Antonini dall’Italia gli aveva fatto perdere l’uso della nostra lingua, conferma però quanto si è detto circa la grande intimità, della quale Ferdinando II l’onorava: intimità rimontante non al 1838, quando, essendo ministro a Berlino, il re lo incaricava di cercar marito alle sue sorelle nelle Corti cattoliche di Germania, ma agli anni 1831-32-33, quando era incaricato di affari a Madrid. Molto curioso è il carteggio fra lui e il principe di Cassaro, ministro degli esteri in quegli anni. Nel 1852 Ferdinando II volle dare all’Antonini un’altra prova di benevolenza e lo nominò marchese.