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concedere al Governo del Piemonte il Ducato di Parma e di Piacenza, in compenso delle spese della guerra sinora sostenuta. Ove ciò seguisse, Voi non mancherete, per quanto la vostra posizione in Parigi lo permetterà, di far valere i diritti, a Voi bene noti, della Nostra Real Corona a que’ Ducati, e quando ciò non bastasse, e si volesse assolutamente disporne, userete quei mezzi, che nella vostra saviezza e nelle presenti circostanze d’Europa giudicherete più convenienti a serbare integri i Nostri diritti.

Sono queste le direzioni, che per ora abbiamo stimato a propo- sito di comunicarvi, per norma della Vostra condotta. In seguito de’ vostri progressivi rapporti, Vi faremo trasmettere, per l’organo del Ministro Segretario di Stato degli Affari Esteri, le ulteriori analoghe istruzioni.

Napoli, 17 gennajo 1849.

firmato: Ferdinando.



Documento V, volume I, cap. VI.


Diario inedito del Marchese Antonini,
ministro di Napoli a Parigi, dal 10 al 28 settembre 1852.


(10 settembre 1852 - Napoli).


Ritorno da Caserta. Il Re mi ha condotto nel suo gabinetto ch’è contiguo alla camera da letto di S. M. la Regina nel rez de chaussé del palazzo. Mi ha fatto sedere contro di sè.

Mi ha detto che io lo avevo ben capito; che lui non solo è Presidenziale ma Imperialista; che mi avrebbe date istruzioni chiare e precise perchè, se il Ppe. L. Napoleone si dichiara Imperatore, io non tardi a salutarlo e felicitarlo come tale; anzi se io lo potessi, dovrei farlo anche due giorni prima dell’avvenimento. Gli ho rispettosamente rammentato che tali istruzioni modificano quelle da me ricevute, cioè, che io dovessi salutarlo e riconoscerlo appena il rappresentante di Austria o di Russia lo faccia. S. M. mi ha mostrato la convinzione che le Potenze del Nord non tarderanno un momento a far la riconoscenza; io mi sono permesso di non aver la stessa convinzione, perchè credo che comincieranno per chiedere il mantenimento de’ trattati del 1815.

Relativamente alle mene de’ rivoluzionarî che si servono del nome di Murat, S. M. è convinta che non bisogna più accordarci peso, dopo le dichiarazioni del P.pe Preside. che condanna quelle me-