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della ragione, e della sperienza, e pare che la Regnante Dinastia Orleanese non possa a lungo conservare lo scettro di S. Luigi; imperocchè priva è di ogni forza per la dissenzione dei potenti contrarî partiti, chi tenendo colà per la legittimità com’è tutta la sana parte della Nazione, chi stando per la Repubblica; quasi tutti poi riguardando e sprezzando l’attuale Regnante, come esurpatore illegittimo del Trono; e generale oltre a ciò essendovi l’insubordinazione; corrotti gli animi da pessimi esempi, dalle tumultuose declamazioni della tribuna e dalle armi avvelenate della libera stampa, e più da sfrenate cupidigie; vive il fuoco delle sette, e per tali ragioni facendo di dì in dì Casa Orleans deplorabile jattura della opinione, sostegno primo e più forte del Potere. Alchè se aggiugnesi, che quel Governo nato dalla rivoluzione, e presentato dal capriccio di una efferata fazione, destituito è di ogni base monarchica, e quindi non offre guarentia veruna ed in se medesima racchiude il germe di sua distruzione, non può non aversi ragione di forte dubitare nella sua durata. Nè la congiunzione coll’Inghilterra, alleata, come in diplomazia si apella non naturale di Francia, frutterà gran fatto a Luigi Filippo.

Dì una fazione di dottrinari la sostenitrice di siffatta alleanza; e chi non sa, che incerte e non durevoli sono le opere dei partiti? Tanto più che contrarî affatto sono gli interessi di quelle due Nazioni, caldo è ancora l’inveterato odio tra di esse, e semi esistono in amendue d’inimicizia e di dissenzione. Nè la ricognizione unanime e pronta fatta dalle Grandi Potenze al Duca d’Orleans messo sul soglio del Ramo primogenito, è di alcun momento; dappoichè ogni avveduto politico deve considerarla come un mezzo prescelto ed abbracciato a preservare quel paese dagli orrori di una guerra civile, e dalla anarchia, per sostenervi almeno la sembianza del potere monarchico, e per salvare l’Europa dallo straripamento rivoluzionario che minacciava di sconvolgere l’ordine sociale. Ond’è che se per fatale accidente, o tutti o parte di questi fini venisse a mancare, irrita e vana cadrebbe ancora la prestata riconoscenza. Presto o tardi adunque una crisi vi sarà del più gran momento, di cui per altro non è facile di antivedere le conseguenze. Certo è che molti segni appariscono di non lontana conflagrazione. Non sono senza oggetto veruno le novelle alleanze, di cui gli alti Potentati Europei cercano con grande studio di corredarsi, e gli armamenti enormissimi, contrari affatto agli interessi dell’erario; i quali armamenti lungi dallo sminuire, rendonsi ogni ora più forti ed imponenti.

Lo che se dà serie inquietudini al Nostro Animo non è dire a cagione de’ legami sì stretti, che Ci uniscono alla Casa d’Orléans è il desiderio ardentissimo, che nudriamo della pace, di cui hanno assoluto bisogno i Nostri Sudditi. Però tutta l’attenzione la più se-