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ste tuttavia col nome di teatro S. Salvatore. La città di Aquila fu quindi la prima delle provincie napoletane che ebbe teatro stabile e regolare.

Di poi nei locali della Intendenza, a sollecitazione dell’intendente Guarini dei duchi di Poggiardo, si edificò altro teatro col nome di Sala Olimpica, che fu aperto al pubblico il 80 maggio 1830. Questo teatro, ricco di colonne ed ornamenti in cristallo, formava l’ammirazione dei visitatori. Nel 1858 fu fatto demolire dall’intendente Dommarco, per non apportarvi alcuni urgenti restauri della spesa di circa duemila ducati.

Nel 1854 fu dall’amministrazione municipale deliberato di edificare l’attuale teatro comunale, che, completato dopo varii anni, fu aperto al pubblico nel 1873. Di questo teatro avrebbe avuto la prima idea il Dommarco, che aveva una figliuola molto appassionata della musica.


Venuta del Conte di Siracusa in Abruzzo.


Un fatto va rammentato nella storia aquilana in riguardo a don Leopoldo, conte di Siracusa, che al duca di Paganica fece una visita alla sua villa presso Aquila, ove il duca recavasi annualmente nei mesi estivi. Questa visita fu definitivamente disposta nel 1857. Il duca fin dal giugno di quell’anno incominciò tutto a ordinare per ricevere l’augusto ospite.

Nella città di Aquila, prossima alla borgata di Paganica, saputasi la risoluzione del principe, si decise d’invitarlo, quando fosse giunto, a passare qualche giorno in detta città. Quindi si disposero feste con luminarie, macchina pirotecnica, e soprattutto un grandioso ballo.

E perchè questo avesse un carattere tutto cittadino, non si accettò il profferto salone della Intendenza, ma si scelse un palazzo privato, corredandolo dei migliori mobili, che oltre alla contribuzione pecuniaria, i cittadini si offrirono d’improntare; e in ciò si distinsero le famiglie De Torres e Rivera.

Giunse il conte di Siracusa a Paganica, accompagnato dal noto archeologo Giuseppe Fiorelli, suo segretario particolare. Ebbe visita dall’intendente Dommarco, che gli fece invito di passare qualche giorno in Aquila al palazzo della Intendenza. Una deputazione di cittadini aquilani andò ad invitarlo alla già disposta soirée. Accettò con riconoscenza e da quel giorno non si pensò che a preparare la festa.

Ma ad un tratto si apprese che il ballo non avrebbe avuto più luogo, per rifiuto del conte, il quale solo a mostrarsi cortese verso