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moso Luigi dei Baroni Ajossa, (come si firmava); e in marzo 1845 fu elevato al grado di Intendente. Egli non potea accontentare la parte eletta della città, memore della splendida vita di alcuni Intendenti predecessori di nobile nascita, quali furono il principe Capece Zurlo, il principe di Giardinelli, il conte Gaetani dei duchi di Laurenzana. L’Aiossa parti da Aquila, bandita appena la Costituzione del 1848, e nel passaggio per Sulmona fu fatto segno ai più bassi insulti popolari, poichè si giunse persino a gettargli il fango sul viso. Fu sostituito nel periodo costituzionale da Mariano d’Ayala, il quale, dopo i fatti del 15 maggio, fu rimosso di ufficio e parti il 24 giugno di quell’anno 1848.

Gli fu dato per successore in linea dì transizione Michele Bevilacqua, il quale in una circolare del 22 luglio per la rinnovazione dei conciliatori diceva duver cadere la scelta “su i migliori cittadini devoti alla patria ed al governo costituzionale„.

Intanto le repressioni incominciavano; e al Bevilacqua fu dato per successore nel 1849 Nicolò Dommarco, il quale, secondo si raccontava dalle male lingue del tempo, aveva così scarsa cultura, che ignorava affatto il francese e lo imparò in Aquila dal maestro Antonio Sabatucci.

Il Dommarco era un buon reazionario, ma non eccessivo. Lasciava credere a Ferdinando II che egli con la sua inconcussa autorità, manteneva in freno gli Abruzzi; e non risparmiò il buon vescovo Filippi, venuto in Aquila in aprile 1853, e al quale impedì soccorrere con semplici raccomandazioni i sacerdoti ingiustamente perseguitati dalla polizia governativa. Egli aveva un segretario, che si chiamava Cornacchia; e un birro soprannominato Giombini, che ancora si ricorda con paura in Aquila, come si ricorda a Chieti il caporal Piccioni. Il Doinmarco restò fino all’agosto 1859, in cui fu sostituito da Nicola de Giorgio di Lanciano.


Feste religiose.


In Aquila si faceano annuali feste clamorose, ma meno di Chieti. Pur nel 1855 se ne videro tre notevolissime. Una in maggio nel gran tempio di S. Bernardino, per la risoluzione del domma della immacolata Concezione, avvenuta sul finire del precedente anno. Una nella chiesa dei Gesuiti il 21 giugno in onore di San Luigi Gonzaga, col concorso pecuniario della numerosa studentesca. Una in San Giuseppe nella domenica dopo l’ottava del Corpus Domini, con processione, in cui intervennero l’intendente, il sindaco allora Giuseppe Pietropaoli e altre autorità. In tali feste furono grandiosi concerti musicali diretti dal maestro Francesco Masciangeli di Lanciano, morto nel 1906.