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dai visitatori. Di codeste raccolte di quadri meritavano principalmente da notarsi quelle delle case Alferi-Ossorio-Branconio, Rivera, Quinzi e Ciambella. Più interessante e copiosa la galleria De Torres-Dragonetti.

Alle raccolte di oggetti d’arte aggiungevansi nelle antiche famiglia aquilane, raccolte di pergamene e altri documenti riguardanti la storia della città. Il comm. Rivera ne ha molti in sua casa e li va continuamente pubblicando, dal 1889 nel Bollettino della Società Abruzzese di Storia Patria, della quale è benemerito presidente.


Gentilezza aquilana.


“Aquila gentilissima città, più sabina che napoletana, avea frequenti contatti con Roma„. Giustissima riflessione di Raffaele de Cesare. Sarebbe da aggiungere che per tali contatti una gran parte degli abitanti della provincia svolgevano la propria attività e con ottimo successo in provincia di Roma, i cui sudditi per l’indole pigra, e il falso indirizzo del governo pontificio, erano addormentati nell’ozio. Molti di codesti intraprenditori dell’Abruzzo aquilano si stabilivano in Roma a continuare i loro negozi, altri tornavano co’ fatti guadagni. Gli osti e i “bottari„ erano generalmente aquilani, e così il personale delle cucine e scuderie patrizie.

A questi si aggiungevano quelli che dai paesi più freddi della provincia andavano come braccianti a lavorare nella campagna romana nella stagione invernale; e alcuni di essi vi tentavano la fortuna con secondarie imprese, e miglioravano la loro condizione di semplici lavoratori.

Di questi continui contatti con Roma rimane prova evidentissima nel linguaggio molto somigliante al romano, che si avverte non solo nella città di Aquila ma in molti paesi, quali, per citarne alcuni, Pizzoli, Barete Montereale nel circondario di Aquila; Tagliacozzo, Carsoli, Magliano nel circondario di Avezzano; Posta, Borbona, Leonessa, Amatrice, Accumoli nel circondario di Cittaducale.

Altro pregio della provincia aquilana e principalmente del capoluogo era quello della cultura elementare, la quale si è mantenuta tuttavia superiore a quella delle altre provincie del Napoletano. Dall’ultima statistica degli analfabeti d’Italia risulta che la provincia di Aquila ne ha meno, non solo delle provincie meridionali, all’infuori di Napoli, ma meno anche delle provincie di Perugia, Arezzo, Forlì, e di alcune delle Marche.


Intendenti.


In Aquila iniziò la carriera amministrativa nel 1844 come segretario generale (oggi detto Consiglier delegato) il poi rimasto fa-