Pagina:La fine di un regno, parte III, 1909.djvu/15


— 5 —

forza vi obbliga ad agire diversamente dalla volontà; non vi è colpa, nè può riputarsi delitto.

Questa enarrazione di fatti generalmente noti contesta la verità dello esposto.

Poteva mai da noi soli farsi fronte a tanta gente armata, mentre non vi era forza che potess’essere di scudo a sostenere la nostra volontà?

Sarebbe stato un passo molto imprudente il perderci la vita, senza ottenere alcun vantaggio.

V. R. M. che con tanta clemenza e paterna affezione si è sempre degnata di colmarci di munificenza, in vista del nostro fedele attaccamento alla vostra Sacra Persona, ed a tutta la Real Famiglia, saprà nella sua somma saggezza ben ponderare le nostre esposte ragioni, ed accogliere le nostre discolpe.

Nessun timore, nessun dubbio ci fa oggi apertamente dichiarare di volere essere governati da Ferdinando II, Re del Regno delle Due Sicilie, e della sua Dinastia, e di essere pronti a sostenerla, e protestandoci di non essere menomamente concorsa la nostra libera volontà nell’adesione di quell’Atto per ogni modo illegale, ma di esservi stati portati con tutta la possibile violenza.

Sicuri quindi che V. R. M., convinta del nostro fedele attaccamento, sarà per raccogliere colla sua innata clemenza questa nostra sincera 6 veridica manifestazione con cancellare dal suo benefico cuore qualche idea di sospetto sulla condotta da noi tenuta, a’ piedi del vostro Real Trono ci protestiamo,

Duca di Caccamo.
Duca di Monteleone.
Principe di Niscemi.
Ciantro Salvatore Fontana, Vicario-Generale.
Antonio Parisi, Marchese dell’Ogliastro.
Monsignor Domenico Ciluppo.
D. Pietro Tarallo, Abate di S. Martino.
D. Gio. Battista Tarallo, Priore di S. Maria La Nova.
Francesco Tarallo e Borgia, Duca della Ferla.
Francesco Notarbartolo, Principe di Sciara.
Francesco Trigona Gravina, Principe di S. Elia.
Pietro Sgarlata, Abate di S. Maria la Grotta.
Iagnazio Pilo e Gioeni, Conte Capaci.
Alessandro Migliacoio, Principe di Malvagna.
Ignazio Agraz, Duca di Castelluccio.
Pietro Sgarlata, procuratore dell’Abate di S. Nisandro D. Paolo Vagliasindi Basiliano.