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destra sponda del fiume omonimo, con cortine, casamatte e passaggi, Gifesi e coperti, e relativo fossato. Sulla sinistra sponda si ergeva una testa di ponte con altri 5 Bastioni ed accessori, in difesa al nord-ovest del Pentagono principale. Tutti armati da artiglierie da piazza.

Fra questa testa di ponte e la Piazza convergevano le strade principali esterne, e vi era il passaggio del fiume, costituito da un ponte a battelli.

Nel 1860 la sua guarnigione militare era composta da un battaglione di Cacciatori (1200 uomini) da 6 compagnie di Zappatori del Genio, e da un centinaio di artiglieri. In tutto circa 2000 uomini, oltre una batteria completa di pezzi da campagna, trainata da 80 muli e rimasta precariamente nella Piazza.

Sul finire dell’anno 1859 il governo di Napoli preoccupato dall’ammassamento dei volontari italiani, comandati dal Generale Garibaldi, alla Cattolica e Rimini, e dopo aver fatto inutili pratiche col Governo di Roma per unire le sue forze con quelle del Generale Lamoricière, stabili ed attuò per inutile sua tarda difesa un Corpo di truppe di osservazione sotto il comando del Generale Pianell dietro la linea del fiume Tronto, la cui base veniva fissata alla Piazza forte di Pescara.

Per questo fine la Piazza forte fu febbrilmente rimessa in assetto di guerra con munimento di artiglierie ed approfondamento dei fossati, senza dire che in essa fu immagazzinata ogni necessaria provvista di generi varî, grano, salami, vino, vestiari ecc.

Nell’aspettativa dei fatti che si svolgevano, si ebbe notizia che Francesco II aveva elargito con atto del 25 giugno 1860 il ripristino della Costituzione dell’anno 1848. Come a Napoli, anche nella nostra regione di Abruzzo, la notizia fu accolta freddamente, e fu incentivo al movimento e alle aspirazioni più palesi verso l’agognato desiderio della Unità Italiana. Fra i giovani Uffiziali della nostra guarnigione si appalesò più vivo ed aperto il patriottico sentimento, e si fecero più intime le relazioni di costoro con tutti i liberali cittadini che formavano la popolazione di Pescara. Scorsero così i due mesi di luglio ed agosto.

Finalmente giunse quel giorno memorando del 7 settembre 1860, giorno della entrata di Garibaldi a Napoli. La nostra piazza era comandata dal vecchio Colonnello Piccoli col suo Stato Maggiore; l’artiglieria dal Tenente Colonnello Gaudiani persona cortese e patriota; il Genio dal Tenente Colonnello Antonelli; il 12° Cacciatori dal Maggiore Pirelli; i Zappatori dal Capitano D’Escamard, e la batteria da campagna dal Capitano Baker, se mal non ricordo.

Verso le ore 22 di quel giorno giunse dispaccio da Napoli al Comandante la Piazza, col quale, annunziandosi l’entrata di Garibaldi