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sta. Stanco finalmente di più insistere, ed umiliato di trovarmi in sì fatta posizione, decisi di traslocarmi a Parigi. La prima volta in che seppi, che il Re non mi avea del tutto dimenticato fu verso la metà del mese di dicembre. In quell’epoca Carrelli scrisse al suo amico Gallotti le seguenti parole: “Sua Maestà mi ha detto ieri: “Castelcicala sarà desolato di non trovarsi qui, ma la colpa è tutta mia@. In questa la sola indiretta risposta che mi ebbi alle ripetute mie insistenze; essa fu clementissima, ma non quale io la desiderava. Nondimeno ne profittai per dirmi nuovamente pronto a muovere ad ogni piccolo cenno del Re, e S. A. R. il Conte di Trapani per Sovrano incarico mi rispose dopo qualche tempo, per ringraziarmi ed assicurarmi della sovrana benevolenza. Con la data di Gaeta ebber termine le mie pratiche, or dirette, ora indirette, costanti sempre.

Ecco tutto quello che posso dire all’E. V. su questo dolorosissimo soggetto, in adempimento di Sovrani voleri, che sì è piaciuto comunicarmi.

All’E. V. poi dirò in particolare, che, nei tristissimi tempi che precedettero la partenza della M. S. da Napoli, il Re (N. S.) cedendo a non so quali insinuazioni, mostravasi non dirò poco clemente a mio riguardo, chè Sua Clemenza non mi venne mai meno, ma indifferente alquanto, e di questa sovrana indifferenza l’E. V. troverà al pari di me le ragioni nel seguente fatto, che forse le sarà ignoto, ma ch’è la chiave di tutto l’enigma.


Documento X, volume II, cap. XV.


Lettera intima di Antonio Winspeare
al marchese Antonini.


Parigi, 17 luglio 1854.


Pregiatissimo Signor Marchese,

Spero che vorrete essere indulgente per il mio silenzio di ieri e di ieri l’altro, perchè sapete che qui non si sta con le mani alla cintola, ed il nostro piego per Napoli non lo abbiamo spedito prima di ieri all’una. Esso era pieno di molte cose, e fra le altre de’ dettagli di una mia seconda conversazione con Hübner. Questi tanto la prima, quanto la seconda volta, mi ha ripetuto sopra tutti i tuoni, che noi avevamo il più grande interesse a star bene con questi Signori e co’ loro vicini, e mi ha raccomandato di non metter troppo calore nell’insistere per i piccoli affari che voi sapete. Ciò non pertanto mi è piaciuto moltissimo il biglietto che voi avete scritto a