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Documento VII, volume II, cap. VIII.

Rapporto sull’andata a Palermo di Enrico Benza.


Oggetto
Sul Piemontese ENRICO BENZA

Palermo, 21 febbraio 1880.

Eccellenza,

Il Cav. Enrico Benza, che formò argomento del mio foglio del 14 dello stante, n. 271, il giorno 18 s’imbarcava sul Vesuvio per cotesta Capitale.

Il funzionario di Polizia di questa delegazione marittima ne avvertiva il Commissario di Polizia di quella di Napoli, e gli accennava che forse qualche carta criminosa poteva trovarsi sulla persona o nel bagaglio di questo sospetto viaggiatore.

Egli fu accompagnato a bordo da undici persone, parte giocatori, parte novatori, è cui nomi stanno a manco scritti.

Corse voce due giorni innanzi la sua dipartita che il Benza dovea essere latore dì una lettera al Re Vittorto Emanuele, per dimandare 1'Annessione e che questa petizione sarebbe stata firmata dalle persone più cospicue del paese.

Molto si è parlato di questa supplica, ma nessuno l’ha veduta e firmata.

Negli ultimi di sua dimora in questa città, il Benza sì ha dato un’importanza politica ed ha fatto intendere con linguaggio che sconfinava al ciarlatanismo (sic) che una commissione si aveva dal Conte Cavour, che dice essere suo Cugino.

Questo straniero debba essere severamente sorvegliato.

Tolgo a premura far ciò palese a V. E. per la debita sua intelligenza.

Il Luogotenente Generale
Firmato: Castelcicala


S. M. resta inteso ed ordina che si sorveglino rigorosamente:
Barone Riso giocatore
Epaminonda Rudinì id.
Duca Cesarò . id
Cav. Sciara id
Figli dol Cav. Palizzolo. novatori
Francesco Brancaccio id.
Cav. Carcamo id
Marchesino Rudinì id.
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