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Molte fucilate tirarono in Santa Flavia per far baldoria, gridandosi da’ faziosi “Viva Napoleone, Viva la libertà„.

Il Comune di S. Flavia atterrito non osò framestarsi (sic) a quelle sediziose manifestazioni; e le due parti della banda rannodatesi sul versante del monte Zafferano, senz’osare di entrare in Bagheria, ove stanno a presidio due compagnie di fanteria, discesero per la marina sottostante, s’incamminarono verso Palermo, sulle prime ore della sera.

Il direttore di Polizia, che fin dal mattino avea spedito in Bagheria due agenti secreti, alle prime voci che si ventilarono d’un movimento, informato di questi fatti me ne dava avviso, e mi assicurava che isolato si era quell’atto sedizioso.

Egli spediva tantosto il Capitan d’armi Cav. Chinnici con 18 compagni d’armi in Bagheria per incontrare la banda, o per riaprire le comunicazioni con quel Comune, che credeansi intercettate.

Istessamente spediva il direttore di Polizia 12 Gendarmi e 32 Guardie di Polizia, sotto gli ordini dell’Ispettore D. Gaetano Scarlata, nella prossima contrada dell’Acqua de’ Corsari, posizione centrale alle due vie che da Bagheria e Misilmeri menano in Palermo, per tagliare la strada agl’insorti.

Il capitan d’arme Chinnici, giunto a Ficarazzi, si avvenne nella banda, la quale accortasi della forza, si gittò ne’ giardini che stan di costa alla strada senza trar colpo, temente d’esser attaccata pria di giungere a Palermo.

La compagnia d’armi si lanciò per seguirla, ma la disperse in mezzo a’ giardini inselvati di agrumi e di folti canneti, e fu forza rimettersi sulla consolare e proseguire innanzi per volgere a diritta presso Bagheria, e condursi in Villabate ove sembrolle essersi diretti gl’însorti.

Nel frattanto la forza di polizia che stava nella posizione succennata dell’Acqua de’ Cor-