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La città può ben dirsi che fu inconsapevole de’ gravi pericoli che le sovrastavano fin quasi all’imbrunire di quel giorno, e conservò una fisonomia calma e serena; ma sulla sera, avuto vento (sic) della trama, entrò in serie apprensioni, e furon visti votarsi d’un subito tutte le botteghe di pane e pasta, correndo tutti a far provvigioni pe’ giorni ne’ quali durerebbe la lotta. A rifornire il pane e la pasta, di cui sperimentossi tantosto penuria, fu mestiere che la Polizia durante la notte degli 8 avesse fatto lavorare in continuazione negli opifici dell’annona.
D. Salvatore Buccheri di Palermo.
D. Onofrio di Benedetto id.
D. Giuseppe Mastricohi id.
D. Giorgio Boeggi id.
Salvatore Lalicata de’ Colla
Gioachino S1rugo di Mezzomorreale.
Giuseppe De Cristina id.
Bartolo De Cristina id.
Francesco Gandolfo di Bagheria
Vincenzo Tesauro di Villabate
D. Costantino Accardi di Palermo
D. Girolamo Spallina id.
D. Giuseppe Tranchetta id.
D. Vincenzo Campo id.
Fratelli Brassetti negozianti id.
Francesco Feo di Villabate
Nell’ora tarda della notte si fecero occupare gli sbocchi principali, che da’ comuni vicini conducono a Palermo, da quattro Conpagnie di fanteria. Delle pattuglie di polizia e di Compagni d’armi perlustravano la città ed i luoghi suburbani; e le R. Truppe senza farsi uscire da’ Quartieri si tenevan pronti per accorrere al primo avviso d’un movimento sedizioso.
La notte si passò tranquilla, e la previdenza governativa fece abortire lo scellerato disegno de’ faziosi.
Le Polizia seppe il mattino seguente che degli assembramenti di persone armate si erano viste nelle contrade de’ Colli, dell’Uditore, di Boccadifalco, de’ Frassini, di Chiarandà, e della Favara, i quali si erano dissipati in vista dell’attitudine risoluta pigliata dal R. Governo. — Seppe del pari che i primi suscitatori di questo movimento si erano gl’individui a manca scritti, e che la febbre dell’insurrezione non si estendeva al di là del cerchio de’ paesi che fan corona a Palermo.