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L’Accademia Pontaniana; — il R. Istituto d’Incoraggiamento e gli altri corpi scientifici.

Le Rimanenti due Tribune accolsero i particolari invitati e loro famiglie, a norma de’ biglietti analogamente distribuiti.

Dato principio al Sacro Rito, Mons. Carbonelli, Delegato da 8, E. il Cardinale Arcivescovo, portossi sulla piattaforma a benedire la pietra fondamentale; e quivi recatosi pure S. E. il R. Delegato, la pietra e lo scrigno delle monete furono dal Concessionario Gerente collocati nella Cassa di metallo, la quale fu chiusa con apposita chiave da S. E. il Delegato Regio, che la conservò per rimetterla a S. M. il Re N. S. — Affidata allora dal Concessionario a due cigne di ‘velluto per mezzo di apposito meccanismo, discese la cassa nel traforo anzidetto, dove fu riposta nella terra vergine, e ricoperta dal capo maestro muratore, in presenza di S. E, il R. Delegato, del degnissimo prelato suddetto, de’ Componenti la Commissione di Sorveglianza e del Concessionario Gerente che assisterono dall’alto intorno alla balaustrata.

Dopo di ciò il sullodato prelato benedisse la linea della Ferrovia, che si vedeva indicata dalle bandiere all’uopo collocate in cima ad aste corrispondenti: e così ebbe termine quest’importante funzione.

Rammenteranno con gioia solenne i presenti e i futuri.

Facciam voti di vedere nel più breve termine possibile arricchito il Paese di quest’arteria, che darà facile circolazione ai prodotti e alle ricchezze delle più fertili e più importanti provincie del Regno, accrescendo il benessere e la prosperità universale.


Documento XXIII, vol. I, cap. IV.


Primo articolo di Carlo Troya nel “Tempo„
del 1° marzo 1848.


L’anno quattordicesimo dell’età mia era pervenuto alla metà del suo corso, quando i sanguinosi rivolgimenti di Napoli mi sospingevano in Sicilia, Il vascello dell’ammiraglio Caracciolo accolti avea grandi stuoli di persone d’ogni sorta; ivi era la mia famiglia, e nel dì 26 dicembre 1798 approdammo ai lidi ospitali di Palermo. Fui tosto confidato alle cure del Padre Piazzi, acciocchè imparassi le discipline dell’astronomia; ed egli amommi con amore paterno, il quale, per una eccezione felice, di tanto più crebbe di quanto i miei spiriti sì chiarivano alieni dall’apprenderle; rivolti a vagheggiare un’altra