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CAPITOLO IV

Sommario: Il principe Ruffo di Castelcicala succede al Filangieri — Suoi precedenti militari e diplomatici — Suo carattere flemmatico — Un aneddoto con Luigi Filippo — Nomina Domenico Galletti suo segretario — Mutano i direttori, tranne Maniscalco — Il marchese di Spaccaforno — Suoi precedenti e spavalderie — Suo carattere falso — La storia di un calcio — I ministeri a Sicilia — Governo di Castelcicala — Le fucilazioni di Bentivegna e di Spinuzza — Discussione alla Camera piemontese — Brofferio, Pallavicino e Mamiani — Memorabile discorso di Cavour — Rivelazioni postume di Gallotti — Due telegrammi a proposito dalle istruzioni segrete del re.



Quando, nell’ottobre del 1854, Ferdinando II accettò la rinunzia di Filangieri, non aveva pronto l’uomo che dovesse succedergli, e per cinque mesi il posto di luogotenente in Sicilia fu vacante. Non era facile trovare chi l’occupasse, essendo l’alta carica piena di responsabilità e di pericolo. Il re e Cassisi desideravano un uomo senza punte iniziative, nè di soverchia suscettibilità: un uomo, che mantenesse l’ordine e conducesse gli affari di ordinaria amministrazione, ma non avesse minor prestigio del principe di Satriano, per famiglia, censo e precedenti militari. Cassisi ricordò al Re il principe di Castelcicala, Paolo Ruffo, il quale, richiamato da Londra dove era ministro, attendeva da due anni altro ufficio. Ferdinando approvò la scelta e incaricò Cassisi di vincere le ritrosie del Castelcicala, il quale, mettendo innanzi ragioni di età e di salute e non dichiarandosi idoneo a quella carica, lui, che aveva