Pagina:La fine di un regno, parte I, 1909.djvu/79


— 57 —

blici, Bongiardino, con una sua lettera al Re, la quale si chiudeva con le seguenti parole: "Il giorno in cui questi fedelissimi sudditi vedranno messo mano ai lavori, innalzeranno certo voti sincerissimi al Cielo per l’ottimo Monarca, che ci governa, e la storia segnerà ai posteri questo nuovo tratto di sovrana clemenza, che darà una spinta impossibile a calcolarsi allo interno commercio, alle industrie ed alla civilizzazione di questa parte dei Regi dominii„.1

Si era sul punto di concludere, quando il Cassisi, il quale non voleva saperne in nessun modo, sollevò altre obiezioni e cavilli e propose modifiche, le quali, in fondo, non erano che pretesti per mandare all’aria ogni cosa. Egli calcolava anche sull’indole vivace e suscettibile del principe di Satriano. Sospetti ingiuriosi si diffondevano a Napoli e in Corte, dove erano più gl’invidiosi che gli ammiratori del Filangieri, sempre lì a soffiare nel fuoco. Cassisi insinuava che don Gaspare Giudice era un prestanome, un coperchiello, della compagnia francese, che si era voluta escludere; di quella compagnia, la quale, col Taix alla testa, aveva procurati tanti imbarazzi, undici anni prima, al governo di Napoli nella questione degli zolfi; forte meravigliandosi col re, che avventurieri esteri avessero potuto conquistar l’animo del luogotenente, al segno da fargli chiudere gli occhi sopra un contratto disastroso per la Sicilia.2 L’animo di Ferdinando II, aperto ad ogni genere di sospetti circa l’onestà dei suoi funzionarli, ne fu impressionato; ma parendogli troppo ardito prendere di fronte il Filangieri, dopo averlo autorizzato a firmare il contratto, nè volendo far credere ai Siciliani che egli non volesse le strade, si trovò d’accordo col Cassisi nel ritenere quel nuovo contratto privo di garenzie e nel proporre un sistema opposto, per il quale, invece di un impresario unico per tutte le strade, si trovasse un impresario per ciascuna provincia.

Alle osservazioni di Cassisi, minuziose, capziose ed irritanti,

  1. Archivio Filangieri.
  2. V. Memorie storiche intorno al Governo della Sicilia, scritte da Francesco Bracci, direttore nel Ministero per gli affari di Sicilia a Napoli — Palermo, Pedone Lauriel, 1870. Il Bracci, siciliano, era devoto al Cassisi. A lui rispose vittoriosamente il principe Gaetano Filangieri, ma la risposta manoscritta restò fra i documenti del suo archivio.