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Quel viaggio fu il maggior trionfo di Filangieri, ma fu anche l’inizio delle sue disgrazie. Partito il Re, venne tolto lo stato di assedio nelle città di Catania e Messina, imposto con decreto del 28 marzo 1849, e Filangieri indirizzò un napoleonico ordine del giorno ai comandanti delle compagnie d’armi sottoscritto: duca di Taormina, al fine di manifestar loro la compiacenza del re e sua; e perché di quel viaggio rimanesse memoria, egli ne fece pubblicare dal Lao una relazione ufficiale.1


Ferdinando arrivò al Pizzo l’indomani, 26 ottobre, e questa volta prese alloggio nel padiglione dell’artiglieria alla marina, con tutto il seguito. Restò in Pizzo due giorni, occupandosi dei bisogni delle truppe, conversando napolitanamente con tutti, facondo qualche grazia, dando qualche sussidio; e alle 2 di notte del 28 ottobre, dopo aver assistito alla partenza delle ultime compagnie, s’imbarcò coi principi e col seguito sul Tancredi che fece rotta per Paola. Sbarcò all’alba del 29, per visitare quel tempio di San Francesco, ed alle 10 rimontò a bordo, giungendo in Napoli alle 2 e mezzo del mattino del 30 ottobre.


Cosi ebbe termine quel viaggio, che fu l’ultimo compiuto da Ferdinando II nelle Calabrie e in Sicilia. Esso non arrecò alcun reale vantaggio alle provincie calabresi, le quali seguitarono ad essere divise dal mondo e separate fra loro da distanze assurde. Il compassionevole abbandono, in cui il re ritrovava, dopo otto anni, quelle provincie, prive di strade provinciali, comunali e vicinali; sfornite di ponti, di telegrafi e di cimiteri, e le città e i borghi senz’alcun conforto della vita civile, non lo commosse e assai meno lo turbò. Gli stessi pericoli, ai quali egli fu esposto per il pessimo stato delle vie, e i lamenti, per quanto umili e rispettosi, delle deputazioni che corsero a ossequiarlo, gli strapparono soltanto risposte sarcastiche, o promesse burlesche, ma non gli aprirono la mente sui bisogni di quelle contrade. La malaria fu fatale alle truppe, an-

    cilie per la Calabria e la Sicilia, nell’ottobre del MDCCCLII, cenni del comm. Bernardo Quaranta, Napoli, Stabilimento tipografico di Aniello Eugenio.

  1. Viaggio di S. M. il Re N. S. in Sicilia. — Palermo, Stabilimento tipografico di Fr. Lao, 1869.