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Il Re ricevette alcune deputazioni e fra esse, quella del comunello di San Gregorio. E qui avvenne un altro incidente caratteristico. Avendo la deputazione chiesta la grazia di aumentare la sovrimposta fondiaria per un solo anno, al fine di riparare una strada e spendervi non più di sessanta ducati, il re si mostrò di ciò così irritato, che la commissione ne fu impaurita e lasciò di corsa la sala di ricevimento, suscitando le risa di lui e dei principi. Promise che avrebbe impiantato a Monteleone un orfanotrofio maschile; e l’orfanotrofio venne infatti inaugurato il 30 maggio dell’anno dopo, festa di san Ferdinando, con un discorso del sottointendente De Nava, e un’elegante poesia di Carlo Massinissa Presterà, poeta monteleonese.

Nelle prime ore pomeridiane, il sovrano parti con una parte minima del suo seguito. Ordinò che gli altri tutti, militari e borghesi, lo attendessero a Pizzo, al ritorno dalla Sicilia. Pizzo divenne una caserma di generali e di ufficiali di stato maggiore nè in quell’anno era diverso di oggi: angusto e non certo più pulito, e privo di ogni conforto. Accompagnarono il re i fratelli Nunziante, De Sangro, Afan de Rivera, Schumacher e i direttori Scorza e Murena. Si sperava di arrivare la sera a Bagnara, ma la notte innanzi si scatenò una bufera che rese impraticabile la strada; tanto che in alcuni punti le popolazioni accorsero, con zappe e badili, a sgombrare la terra ammassata, e così le carrozze poterono passare. A Mileto si fè sosta pochi minuti, per vedere il celebre duomo, fondato da Ruggiero, e anche meno, a Rosarno, a Gioia e a Palmi. Si giunse a Bagnara nel cuore della notte e sotto un diluvio. Il re rifiutò, come al solito, qualunque ospitalità privata e preferì andare nell’unica locanda, tenuta da un tale Vincenzo Pino: locanda per modo di dire, perchè era una casetta di due piani, con poche camere nude affatto e alle quali si accedeva mercè una piccola scala di legno. Alloggiò al secondo piano, e sotto i suoi passi pareva che si sfondasse il pavimento, perchè la casa, mal costruita, tremava tutta. Il locandiere volle procurare della biancheria fine, ma il Re, toccate le lenzuola, disse alla moglie di lui: "Questa non è la biancheria che dai a tutti i passeggieri; no, no, io voglio roba ordinaria; devi trattarmi come tutti gli altri„. E strappò le lenzuola dal letto. La locandiera rifece allora il letto innanzi al Re, che le disse: "Così mi piace; questi