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cortesia gli disse: "Maestà, so che avete in questo viaggio onorati altri conventi; credo che non disdegnerete di onorare anche questa Umile casa del nostro gran santo calabrese„, rispose: "Con tanto piacere„. Da principio si credette uno scherzo. Ma il re disse al monaco: "Padre correttore, credo che avete qualche scala segreta dietro la sagristia che mena alle vostre celle„. — "Vi è, rispose il padre Tommaso, ma è molto indecente per Vostra Maestà„ — "Non importa„, replicò il re, e salì e disse di volervi passare la notte. S’immagini la sorpresa e più la confusione del seguito. I bagagli erano stati mandati al padiglione di artiglieria, lontano due chilometri. Piccolo il convento e sfornito di tutto. Il cuoco reale, preparando un po’ di pranzo, chiese a un laico del carbone e dell’acqua, e ne ebbe in risposta che per il momento non vi erano. Il cuoco perdette la pazienza e napoletanamente scattò: "Embè, avete invitato ’o Re a stà ccà, e non avite fatto trova manco l’acqua1. Intanto i canonici con tutto il clero, le confraternite e le autorità locali attendevano nella chiesa matrice la visita di Sua Maestà, e restarono con un palmo di naso. Mancando il convento anche del refettorio, s’imbandì la mensa sopra tavole rozze, in un corridoio; e dopo il pranzo, alcuni personaggi del seguito andarono a passar la notte al padiglione o in case private, e altri dormirono, con materassi per terra, nello stesso convento. Cose tutte da non potersi credere, poco più di cinquant’anni dopo, e la cui strana impressione raccolsi io stesso al Pizzo.


Il dì seguente, essendosi il corteo reale provveduto di legni leggieri, si partì per la Mongiana, rifacendosi il cammino sino all’Angitola. Il Re montò in un piccolo phaeton attaccato alla daumont, con un postiglione, avendo a sinistra il principe ereditario. Fece sedere nel posto di dietro il cameriere Galizia, che, premuroso e previdente, fungeva anche da maestro di casa, preparava i letti e arredava alla meglio le camere più o meno nude, dove il re e i principi passavano la notte, coprendole, se molto sporche, con mussola bianca. A San Niccola da Crissa, dove incomincia più ripida la salita, quasi a mezza via fra l’Angitola e Serra, il corteo si fermò presso la magnifica sorgente delle cento fontane. Il Re scese a bere, e n’è rimasta la memoria.


  1. Ebbene, avete invitato il Re a star qui, e non avete fatto trovare neppure l’acqua.