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CAPITOLO XXIII
I chirurgi De Renzis e Trinchera convennero d’accordo coi medici curanti nella necessità di operare senza indugio. Allora chiamarono il Capone, e a lui, che era il più giovane, commisero di eseguire l’operazione nella regione posteriore della coscia, sul punto indicato dal Trinchera, il quale sperava di determinare così una più facile corrente di pus. Ma, eseguita l’incisione, non si trovò materia, e soffrendo l’infermo atroci dolori, si dovette sospendere, medicare la ferita e non fare altro per qualche giorno. Trinchera s’era sbagliato sul punto del taglio. E aumentando le sofferenze, e non potendo il re più tollerarle, decisero un secondo taglio, che il Capone eseguì felicemente, aprendo il femore. L’esito ne fu maravìglioso, perchè uscirono parecchie libbre di pus. L’operazione confermava la diagnosi, ma troppo tardi.