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nuovi edifizìi per il liceo, per il convitto, per la scuola nautica e la Società economica, e approvò un prestito per i lavori del nuovo porto, continuando l’annua sovvenzione di 30 000 ducati dalla cassa della Tesoreria.
La duchessa di Calabria, con la sua Corte, bavarese e napoletana, lasciò Vienna il 30 gennaio. L’accompagnarono l’imperatrice e il principe Luigi, loro fratello. Passarono la notte a Lubiana e giunsero a Trieste, a mezzodì del 31. Alloggiarono nel palazzo del governatore, e fu convenuto che la consegna della sposa, da parte del commissario plenipotenziario bavarese, conte di Rechberg, al regio commissario plenipotenziario dì Napoli, duca di Serracapriola, si sarebbe fatta nella galleria di quel palazzo, all’una e mezza del giorno dopo. La cerimonia fu bizzarra e ricordò quella che aveva avuto luogo a Vienna, quando l’arciduchessa Maria Luigia era partita per la Francia, sposa di Napoleone I. Nel mezzo del salone si tracciò una linea, che raffigurava la divisione fra il territorio napoletano e il bavarese; sulla linea fu collocato un tavolino, coperto da un tappeto di velluto cremisi a frange d’oro, e ai due lati opposti del tavolo, due sedie a braccioli. Nella galleria sì entrava per due porte: sopra una, erano collocate le bandiere e gli stemmi napoletani, e la custodivano guardie marine napoletane; sull’altra, le bandiere e gli stemmi di Baviera, e vi erano guardie imperiali di gendarmeria. All’ora fissata si trovarono, dalla parte del territorio napoletano insieme al plenipotenziario, il duca di Laurenzana, la principessa di Partanna e la duchessa di San Cesario: il primo cavallerizzo, le altre dame della duchessa di Calabria, il segretario del duca di Serracapriola, De Bouquai, che ne lesse più tardi le credenziali ed il contrammiraglio Roberti, con gli ufficiali del Tancredi e del Fulminante. Dalla parte del territorio bavarese entrò la duchessa di Calabria, col suo seguito. L’imperatrice e il principe Luigi assistevano da una tribuna. I due plenipotenziarii si avanzarono verso la linea di divisione e, vicendevolmente, lessero le credenziali. Il conte di Rechberg rivolse dopo ciò alcune parole di commiato a Maria Sofia, la quale, alzatasi in piedi, ammise in atto di congedo il suo seguito al bacio della mano. Poi il conte di Rechberg, presa la duchessa di Calabria per mano, la condusse fino alla