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giorno, tornando in carrozza da un giro lungo le mura, accompagnato dalle guardie d’onore Tommaso Caputo, Alessandro e Gaetano Sauli di Trioase e dalle guardie Carducci e Liberatore di Taranto, che, a cavallo facevano da battistrada, vide fermo all’angolo del palazzo Libertini, don Luigi de Vitis, un prete stravagante, il quale dopo i! 1860 gettò la sottana alle ortiche. Appena il principe gli fu vicino, il prete cavò dall’abito una supplica, ma la mossa fu così rapida che si credette a un attentato, e le guardie d’onore si strinsero intorno al duca di Calabria, e dietro a loro si formò subito un po’ di folla. Però visto che si trattava di ben altro, tutti risero, ma Francesco, impaurito, gridò alle guardie d’onore: “Caricate questa folla„, e volle rientrare in palazzo. I principi visitarono l’orto sperimentale e l’orto agrario, come pure il liceo e il convitto, di cui era rettore il padre Carlo Maria Blois, napoletano, fratello dell’ingegnere di ponti e strade, Fedele Blois. Nella cappella del collegio, il duca di Calabria s’inginocchiò al disotto del gradino dell’altare, dicendo: “Sul gradino, no, perchè questo è il posto dei preti„. Pietro Acclavio di Taranto, alunno del convitto, declamò in quella occasione una poesia scritta dal padre Baroni, maestro di rettorica, per accompagnare il dono d’un quadro rappresentante la Madonna col bambino. La poesia cominciava cosi;

L'immagine di Colei che t’ama tanto
E che tu riami...

Durante la visita, l’intendente Sozi Carafa stanco e assonnato si buttò sopra un divano e i principi nell’uscire lo sorpresero che russava. I principi videro anche gli orfanotrofi di San Ferdinando e di Santa Filomena e il convitto delle suore della carità. Queste, per mezzo dell’intendente, avevano mandati alla regina alcuni oggetti tessuti con lana di pesce che si raccoglie nelle acque di Taranto.

L’arrivo del Ramaglia aveva convinto tutti che le condizioni di Sua Maestà erano gravi, ma, qualche giorno dopo la venuta del celebre medico, si verificò un notevole miglioramento. Diminuì la febbre, anzi scomparve addirittura il 23, vigilia dell’arrivo in Brindisi degli arciduchi d’Austria, Guglielmo e Ranieri e dell’arciduchessa Maria. L’arciduca Guglielmo e l’arciduchessa Maria erano germani della regina Maria Teresa, e l’arciduca Ranieri era marito dell’arciduchessa Maria. Anda-