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poichè a sessantasei di loro, ritenuti i più pericolosi, Ferdinando II, tre giorni prima di partire da Caserta, aveva commutata con altro decreto, come si è detto, la pena dell’ergastolo e dei ferri, in esilio perpetuo dal Regno. Di quei sessantasei, non vi è più un superstite. Morirono ultimi Achille Argentino e Domenico Damis, che furono dei Mille e poi deputati, e Niccola Schiavoni, già deputato di Manduria e senatore del Regno. Damis entrò nell’esercito italiano, salì al grado di maggiore generale; Argentino fu direttore di una succursale del banco di Napoli. Il duca di Gabellino, Sigismondo Castromediano, morì nel 1896; nel 1897 Gennaro Placco; e Niccola Schiavoni, la cui verde vecchiezza era argomento di letizia per quanti lo conoscevano, morì nel novembre del 1904, in seguito a vivacissime invettive scagliate, con tutto l’impeto della sua indole generosa, contro un noto “galantuomo,, della sua città. Ad iniziativa di un Comitato nazionale1 gli sarà eretto, per pubblica sottoscrizione, un ricordo marmoreo a Manduria, pregevole opera dello scultore romano Giulio Tadolini.


  1. Comitato già preseduto dal compianto generale Carlo Mezzacapo, e dopo la morte dì lai, dal senatore barone Ottavio Serena.