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lungo trottare. Il Gagliardi, fratello minore del marchese Francesco, era un tipo eccentrico: portava costantemente gli speroni e indossava una specie di tabarro fra il militare e il borghese. La famiglia contava fra le più facoltose di Calabria.

Salendo le scale, il re vide venirgli incontro, affannosamente, la signora Galdi e le disse, con marcata ironia: " Meno male che trovo alla fine una persona, che mi addita la mia stanza da letto„; e scorgendo a poca distanza da lei un giovane piuttosto elegante, con la barba a collana, chiese bruscamente: " Voi chi siete?„, E alla risposta, che era il ricevitore generale Musitano, vivacemente replicò: "Va a tagliarti subito questa barba; qui non hai nulla da fare», lasciando capire che gli erano note le ingerenze del Musitano nelle cose intime della provincia. Entrato nell’appartamento destinatogli, volle che si chiudessero le porte, e per qualche ora regnò un silenzio pauroso, che fece diffondere la voce che sarebbe partito immediatamente. Il giovane Larussa, appena vide il trattamento fatto al Musitano, si allontanò, ma più tardi fu mandato a chiamare da Alessandro Nunziante, e interrogato circa i preparativi del pranzo. Larussa rispose che si era tutto disposto, ma Nunziante gli fece intendere che il Re non accettava nulla. Difatti il cuoco reale rifiutò persino delle ottime frutta e dei pesci squisiti, fatti venire da Pizzo. Anche i piatti e i bicchieri appartenevano alla cucina reale.


Ferdinando fece giustizia sommaria con le autorità. Ricevè l’intendente, solo per dirgli che fra un’ora partisse per Pizzo e vi attendesse ulteriori ordini; revocò dal comando il generale Salerno e lo sostituì col colonnello Billi, che morì in Catanzaro cinque anni dopo, e che si disse aver guadagnato una forte somma, stando in rapporto coi briganti che infestavano la provincia; ma nulla fu dimostrato. La sua moglie era una Starrabba, nipote del principe di Giardinelli, vecchio intendente di Catanzaro. Ferdinando II retrocesse inoltre alla seconda classe il capitano di gendarmeria De Cicco, e altro avrebbe fatto, se per l’intervento di alcuni ufficiali del seguito, e specialmente del capitano Gerolamo de Liguoro, che aveva una sorella maritata a Catanzaro, non si fosse via via rabbonito e persuaso che non s’era trattato di complotto, o di mancanza di rispetto,