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celebrare le solite messe pontificali, volgendosi alla regina, aveva esclamato a voce abbastanza alta, additando il capitano di gendarmeria Bega: “Guarda, Terè, com’è brutto Bega!...„ Che era accaduto? Il calore della chiesa piena di gente aveva disciolta la mala mistura, con cui il Rega si tingeva i capelli; e la mistura, colando, gli rigava dì nero la fronte ed il volto. In quel giorno invece non una parola scherzevole uscì dalle labbra di lui. Dopo mezz’ora gli augusti viaggiatori, ricevuta la solenne benedizione, lasciarono Mugnano. Prima dì partire, il re volle che i principi donassero al santuario i bottoni di ametista e malachite, di cui avevano ornate le camicie, per farne un ostensorio, nel quale dovesse conservarsi il sangue di Santa Filomena. Il rettore della chiesa di Mugnano non dimenticò poi di raccontare il regalo dei bottoni, narrando le glorie del tempio ai pellegrini. A Magnano furono attaccati alle carrozze sei cavalli vigorosi, provveduti dal maestro delle poste Antonio Ippolito, che ebbe una lauta gratificazione. Tre erano i postiglioni del re, Guidava la prima coppia di cavalli, Modestino Testa; la seconda, Giuseppe Tuccillo, tutt’e due di Avellino, giovanissimi; e la terza, un vecchio postiglione, detto Belluvomma. Il re non parve soddisfatto di vedersi in balla di due giovanotti, ma Mostaccione, il quale nelle salite scendeva dalla sua vettura e camminava a piedi accanto a quella del Re, lo rassicurò pienamente.


Così mossero da Mugnano, in mezzo al popolo plaudente, scortati da un plotone di gendarmi a cavallo. Cresceva il freddo e cominciò a cadere la neve. I cavalli non potevano andare sempre di trotto; anzi, alla salita del Gaudio, il Re e alcuni del seguito dovettero fare un piccolo tratto a piedi. Fu questo l’unico momento durante il viaggio, in cui parve che al re tornasse il suo umore abituale. I postiglioni erano scesi di sella, e, camminando il re accanto alla prima coppia di cavalli, poco discosti da Modestino, questi, vedendolo fumare, gli disse: “Maestà, me voliti rà stu muzzone?1 Il re, credendo dì fargli cosa più gradita, gli dette uno sigaro intiero, che l’altro prese di mala voglia, rigirandolo fra le dita e non decidendosi ad accenderlo, nè a metterlo in tasca. Il re capi, e ridendo gli disse: “,

  1. Maestà, mi volete dare questo mozzicone?