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comune di Palermo un regolamento per la polizia urbana e rurale della città e del territorio. Invano Filangieri ne aveva fatte le più vive premure all’intendente della provincia ed al pretore. Nè è meno oredibile che fino al 1854 un privato, il barone Xasa, avesse riscosso la tassa dell’uno percento sul carbone, detta diritto del tumoliere, obbligando tutti coloro che recavansi in Palermo per ismaìtirvi del carbone, a servirai di un suo tomolo, e a corrispondegli l’uno per cento sulla derrata! Morto il barone, il comune aveva avocato a sè questo diritto, ma l’intendente con sua ordinanza del 27 maggio 1854 credette di sopprimerlo.
Si verificavano cose inverosimili. Fino al 1856 un altro privato, sotto il nome di “aggiustatore pubblico dei pesi e misure„ esercitava l’ufficio di verificatore e ne riscuoteva i diritti. Ed anche più notevole abuso era quello del Monte di pietà, che esigeva, per suo conto, la tassa de’ posti fissi e volanti, secondo le antiche concessioni, e ci volle un regio delegato per proporre che, a norma di legge, la tassa venisse avocata al comune. È anche da notare, che nè il comune, nè il regio delegato credettero di giovarsi mai della sovrimposta addizionale alla contribuzione fondiaria, la quale era consentita dalla legge nella misura di sole grana due per ogni ducato, e che avrebbe prodotta una discreta entrata. E la conseguenza era che, mentre sulla generalità dei cittadini pesavano i dazi sui consumi e le altre tasse, i proprietari fondiari non concorrevano quasi punto all’erario comunale. Per il personale del l’amministrazione si spendeva relativamente poco, pur essendo abbastanza numeroso. Vi erano quarantasette impiegati e dieciannove alunni nella cancelleria centrale; trentadue impiegati nelle cancellerie delle sei sezioni; nove commessi presso gli eletti dei comuni riuniti e dodici uscieri. Si spendevano ducati 12 938, più ducati 2067 per cancellerie. Queste cifre rivelano un grande disquilibrio tra il numero degl’impiegati e i loro assegni; alcuni avevano assegni affatto irrisorii. Con un rescritto del 20 aprile 1856 approvavasi il progetto compilato dallo Scrofani, e si disponeva che il Decurionato, nel termine improrogabile di tre mesi, proponesse un nuovo organico, limitando il numero degli impiegati al preciso bisogno, e regolando i loro stipendi nei termini della legge amministrativa, E non meno meritevole di