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volle andare a visitarlo, e vi andò a piedi, seguito dal figlio e dagli aiutanti, ed esortò quel tristo a sperare nella divina Provvidenza. Il Peluso, accasciato dagli anni e dal male, baciò ripetutamente la mano al Re, e poco dopo mori1. Alla taverna del Fortino trovò una berlina di corte, e in essa entrò a Lagonegro alle 4 pomeridiane del 29.
A Lagonegro, alloggiò nella sottointendenza; a Castelluccio, dai Minori Osservanti. Fra Castelluccio e Rotonda corre il fiume Mercuri. Il re vi giunse a cavallo e trovò sulla sponda "una mobile selva di ulivi„ — leggesi nell’iperbolica cronaca ufficiale. Erano gli abitanti di Rotonda, venutigli incontro con inverosimili rami di ulivo in mano. A Morano alloggiò nel seminario, e vi fece la prima doppia tappa, perchè egli, d’accordo con lo stato maggiore, aveva stabilito che per dar riposo ai soldati, poco avvezzi a lunghe marcie, vi fosse una doppia tappa ogni tante miglia. Giunse a Castrovillari il 4 ottobre e andò nella Sottointendenza, rifiutando l’ospitalità del marchese Gallo, nipote del Nunziante, alle insistenze del quale rispose: "Mi son proposto di non fare eccezione d’ora innanzi, neanche se incontrassi per via la casa di un mio fratello„. A Castrovillari, ricorrendo l’onomastico del principe ereditario, le accoglienze furono stranamente clamorose, e molti gli archi di trionfo, gli arazzi e le bandiere. Il dì seguente, parti per Spezzano Albanese, dove per alloggio non trovò che la misera casa del giudice regio. La mattina del 6, parti per Cosenza fra le acclamazioni degli abitanti della valle del Crati, accorsi da ogni parte a fargli omaggio. Benchè la tappa fosse piuttosto lunga, giunse a Cosenza verso il tramonto, e le accoglienze furono anche colà entusiastiche. Ma non vi si fermò, proseguendo per il prossimo casale Donnici, dove passò la notte in una rozza casa di campagna, appartenente all’avvocato Orlandi e tenuta in fitto da un tale Parise, di San Stefano, fabbricante di cera, che poi divenne fastidioso pretendente di compensi, e al cui figlio, prete, il Re concesse un assegno sulla badia di San Lucido. Oggi quella casa, rifatta completamente, appartiene alla famiglia Bombini.
- ↑ Avv. Carlo Pesce, Costabile Carducci e il dramma di Acquafredda. — Lagonegro, Tipografia Lucana, Matteo Tancredi, 1906. — È un breve scritto, che si legge con viva commozione. Devo anche al signor Pesce un curioso diario sul passaggio del re da Lagonegro, pubblicato dal giornale il Foglietto di quella città. (Vedi documenti nel terzo volume).