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testa piegata; dinanzi ai principi s’inginocchiava e dinanzi al re si prostrava lungo per terra. Si aggiungeva in lui, a dire dell’Imbriani, un’avidità insaziabile, per cui cumulava parecchi uffici, tanto che il Santangelo diceva, che se il boja fosse morto, il Quaranta avrebbe chiesto di succedergli. La nomina di Raffaele Napoli si affermava dovuta al D’Agostino; quella di Gaetano Barbati all’aver egli compilato il processo di canonizzazione di Maria Cristina e alla benevolenza del re, e quella del canonico Scherillo all’aver educato il figlio del ministro Murena. Insomma, fu una fonte di abusi e di favoritismi, e un po’ anche dì pettegolezzi, che l’Imbriani mise in luce, ma che del resto, più o meno, accadono in ogni tempo e in tutte le Accademie del mondo. La Pontaniana e l’Accademia medico-chirurgica, di cui era presidente il Lucarelli e vicepresidente Felice de Renzis, lavoravano con maggior frutto. L’Accademia medica fu riformata dal re nel luglio 1858, ebbe il titolo di Reale, e buon numero di soci.

Più attiva di tutte, la Pontaniaua raccoglieva quanto allora vi era di più eletto in Napoli per ingegno e cultura. Non mancavano anche in essa gl’ignoti, ma erano in minor numero, che non all’Accademia Reale. Giovanni Manna, Luigi Tosti, Vito Fornari, Paolo Tucci, Michele Zannotti, Ernesto Capocci, Annibale de Gasparis, Michele Baldacchini, Costantino Baer, Luigi Palmieri, Marino Turchi, Giuseppe Campagna, Luigi Blanc, Giuseppe Ferrigni, Achille Costa, Scipione Volpicela, Niccola Trudi erano accademici residenti. Antonio Rosmini, Carlo Troja, Niccola Nicolini, Saverio Baldacchini, e più tardi Giannina Milli e Laura Mancini, ne furono soci onorario Angelo Brofferio, il padre Secchi, Giuseppe Regaldi, Paolo Volpicelli, Pietro Visconti, Salvatore Betti, Caterina Ferrucci, Giuseppe Maffei,il conte di Reumont erano fra i soci corrispondenti fuori di Napoli. La Pontaniana, la più antica fra le Accademie italiane, bandiva concorsi ed aggiudicava premii, alternando temi letterarii con temi scientifici.

Nel settembre del 1858 tenne seduta solenne, per il conferimento del premio istituito da Michele Tenore, sopra un tema d’indole sociale ed economica. I concorrenti dovevano esporre le condizioni economiche e morali delle popolazioni agricole tutta una regione del Regno, net loro rapporti colla proprietà e