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commesso del negozio, e l’unica figlia del Pilavoine sposò Giustino Fiocca. I Giroux si ritirarono dal commercio dopo il 1860, e ai Cardon successe madama Jourdan, che tuttora ha negozio nello stesso palazzo in via di Chiaia. Al palazzo Calabritto, prima del 1860, era un’altra casa di moda importante, quella di madame Fass. Modiste e sarte napoletane non mancavano per la ricca borghesia e ricche signore di provincia, che non osavano ricorrere a madama Giroux o a madama Cardon, per il caro dei prezzi; le men ricche signore di provincia e quelle dei paesi intorno Napoli si servivano delle sarte dei Guantai Vecchi e Nuovi. Eccelse iu quegli anni, fra le sarte napoletane di primo rango, donna Margherita Cepparulo, la quale aveva il negozio a Toledo, nel palazzo dove ora ha sede la compagnia inglese Gutteridge. Fra le maggiori sarte di seconda linea ricordo madama Bellet, madama Nethery, madama Caputo e, negli ultimi tempi, madama Grazini.

La moda per gli uomini non si può dire che abbia fatte radicali mutazioni, da allora. Napoli è il paese di Europa dove gli eleganti di professione han vestito sempre bene, conciliando la grazia francese con la proprietà del gusto inglese. Erano sarti di prim’ordine e di rigoroso taglio inglese Lennon, Taylor e Mackenzie; Piassenell di taglio francese e Trifari, Casamassima, Diaco e Franzi erano sarti napoletani, che la moda inglese e francese adattavano con talento al gusto locale. Disco vestiva quel Peppino Fernandez, che fu uno dei lions più alla moda. Luigi Caracciolo di Sant’Arpino, Moliterno, Policastro, Sansevero, Maurizio Barracco facevano testo in fatto di moda inglese. La loro eleganza era semplice e propria. Il desiderio del vestir bene ha rasentato a Napoli qualche volta la frenesia. Anche allora un numero piuttosto considerevole di giovani non dava alla propria esistenza, che lo scopo del vestir bene, e i sarti facevano guadagni profumati. Dopo la guerra di Crimea vennero di moda, per l’inverno, il raglan, cui diè nome e celebrità lord Raglan morto in quella campagna, e il talmà, una specie di mantella abbottonata in avanti. Era chic portare il raglan, il talmà o la chemise corta, in guisa da far uscire, di sotto, le punte della marsina. E questa si portava piuttosto chiusa, con duplice bottoniera e senza mostre di seta. Il gilet, non molto aperto, lasciava vedere i caratteristici chabots o ca-