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chè ritenuti di cattivo gusto. Non si vedevano che abiti, detti di confidenza, da viaggio o da campagna. Ampie casacche di piquet bianco a fiorellini, bournous alla scozzese; e vestiti di mussolo color pisello, oppure di stoffa grigia, guarniti dì taffettà o di velluto. Tornò in vita per la campagna il genere rococò: gonnelle rialzate sopra sottogonne a colori; stivaletti e scarpe a talloni, che molte signore non potevano tollerare, perchè riuscivano loro stranamente incomode nel cammino, ma che erano in perfetta armonìa con la crinolina. In campagna era molto chic per le signore portare di mattino uno scialle bianco di reticella ricamata, e dì sera scialli di pizzo bianco. I cappelli erano di crèpe, dì tulle, di tarlatà, con pizzi e blonde fra cui s’intrecciavano fiori, specialmente viole. I cappelli di paglia per la campagna si guarnivano di fiori, dì frutte, di penne di airone 0 di gallo, ma soprattutto di spighe. Si ornavano pure di velluto o di nastri di taffettà a mille righe. L’ampio cappello all’inglese, tanto di moda nel 1857 per la campagna, nel 1858 fu smesso. Nell’inverno sì abbandonò la grisaille e regnò sovrano il color marrone. Se le maniche furono meno larghe e le vite accollatissime, non si ebbe mai esempio di gonnelle più ampie; occorrevano non meno di otto teli, e la gonnella più distinta era assai poco guarnita od aveva un’orlatura di velluto. Le vite esigevano bottoni larghi e schiacciati sul davanti e lungo i fianchi. Questa moda era più semplice delle precedenti e perciò le sarte incontravano poche difficoltà, e le signore spese minori, potendosi accomodare i vestiti degli anni scorsi.
Usatissime furono le pelliccerie, specialmente sopra ì mantelli dì velluto; ed ebbe gran voga una pelliccia nera, lucida, morbidissima, a pelo lungo, di cui non ricordo il nome. Chi non voleva pelliccerie, guarniva abiti e mantelli di una frangia di ciniglia, in lustrini e seta torta. Fu negli inverni del 1857 e del 1858 che madama Cardon e madama Giroux ebbero più da fare. Esse, venute di Francia a raggiungere i loro mariti, che le aveano in Napoli precedute alcuni anni prima, rappresentavano il non plus ultra dell’eleganza femminile, singolarmente in quegli anni ed accumularono una fortuna. Fu da loro che tutte le sarte e modiste presero nome di madame e madamine. La erede di Pietro Cardon sposò il signor Pilavoine,