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cola Nicolini, a dire del Pisanelli, l’interpetre del pensiero di Mario Pagano che entrambi intesero a fecondare. Esempio così raro di rettitudine, di disinteresse e di dignità umana che, avendo per oltre quarant’anni esercitata la professione, non lasciò che una modesta sostanza. I suoi inviti non erano superiori alle venti o trenta piastre, e un giorno che il conte Coppola per un’importante causa gli offerse un invito di cinquecento ducati, egli se ne maravigliò col cliente, al quale disse che riteneva quella somma non come invito, ma come compenso. Dal 1849 al dì della sua morte, non rivide il re che due volte, e fu per l’arresto di suo cognato Alessandro Lopicooli, il quale era cognato anche di Giacomo Lacaita, sospettato non a torto di aver fornito a Gladstone le notizie, per le sue lettere. Lopiccoli fu arrestato e confinato a Piedimonte d’Alife. Il re era in Ischia. Capitelli vi andò e fu ricevuto con queste parole: “Don Domì, che jate facenne? è da tanto tiempo che non ce gimmo cchiù visti„.1 Ed espostogli dal Capitelli lo scopo della visita, gli domandò: “E a du sta?„2A Piedimonte„, rispose il Capitelli; e il Re, cui parve di aver inteso Piemonte: “In Piemonte? Don Domì, non te pozzo servì„. Ma chiarito l’equivoco, promise che avrebbe preso conto della cosa e lo licenziò con queste parole: “Va bene, non ce pensà„. Due giorni dopo il Lopiocoli fu fatto tornare a Napoli. E il Capitelli col cognato tornò in Ischia per ringraziare il Re, che si dimostrò quasi affettuoso con l’ex presidente della Camera dei deputati. Naturalmente, neppure un cenno ai fatti del 1848.

Tra gli avvocati, che contavano fra i primissimi, dopo che le vicende politiche avevano mandato in esilio Giuseppe Pisanelli, Pasquale Stanislao Mancini, Roberto Savarese, Raffaele Conforti e Antonio Scialoja, sono da ricordare, fra i civilisti: Antonio Starace, Teodorico Cacace, Vincenzo Villari, Gìnseppe Ferrigni, il marchese Perez Navarrete, Giuseppe Lauria e Francesco Correrà; e fra i penalisti: Giuseppe Marini Serra, Leopoldo Tarantini, Federico Castriota Scandemberg, Giovanni de Falco, destituito dalla carica di procuratore generale di Corte criminale, Luigi Minervini, Francesco Bax, Luigi Ciancio, Gennaro de Fi-

  1. Don Domenico, che andate facendo? È da tanto tempo che non ci siamo più veduti.
  2. E dove sta?