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CAPITOLO XV

Sommario: Carlo Troja — La sua istoria d’Italia nel Medioevo — Il ministero del 3 aprile, suoi errori e ingenuità — Il Troja dorante la reazione — Sua deposizione nel processo del 15 maggio — I neoguelfi di Napoli — Malattia del grande storico — Don Ferdinando al letto di suo fratello — Morte ed esequie — Quel che ne dissero i giornali — Una coraggiosa e vana proposta — Il veltro allegorico — L’epigrafe dell’abate Pomari — Il testamento — Le carte ed i libri di Carlo Troja — La biblioteca dei Girolamini — Gli Annali del Muratori e le postille del Troja — Il padre Mandarini, il padre Spaccapietre e il padre Capeceìatro — Dosiderii e proposte — Articoli di Carlo Troja nel tempo sulla questione siciliana del 1813 — Il libro di Giuseppe del Giudice — Chi potrebbe scrivere un libro completo sul Troja — Un documento curioso e inedito.



Carlo Troja fu il vero grande storico napoletano del secolo scorso, e il nome suo è congiunto indissolubilmente alla storia d’Italia e a quella dell’antico Reame. Al suo senso storico si deve se ii Medioevo non fu più una tenebra per gli studiosi. Frugando egli stesso negli archivii di Montecassino, di Subiaco, di Farfa, di Cava, di Ravenna, di Bologna, di Roma, di Gubbio e di Firenze, il Troja mise insieme così larga copia di notizie e documenti, da poter lui, meridionale, anzi pugliese di origine, nato nella Corte borbonica, e figliuolo del medico privato di Maria Carolina, scrivere la prima storia d’Italia del Medioevo, con spirito e sensi italiani. Viaggiava per l’Italia centrale tra il 1824 e il 1828 e gli era compagno un giovane, che poi fu illustre uomo e lo amò teneramente, Saverio Baldacchini. Ebbero in Bologna signorile ospitalità dal conte Giovanni Marchetti e in casa Marchetti con-