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Sambuca, quando morì il vecchio principe di Camporeale, suo padre e avo del presente principe.
L’origine dell’ordine Costantiniano, il più antico di tutti, si faceva risalire all’imperatore Costantino. Ferdinando II, nel riordinarlo, commise un errore dì araldica, poichè, invece dì porre come distintivo dei cavalieri grancroce nella placca che portavano sul petto, una croce rossa in campo bianco, vi pose una croce rossa in campo d’oro. Si disse lo facesse per distinguerli dai cavalieri semplici, che portavano, come essi, la placca, ma d’argento. La verità è che i grancroce desideravano la placca in brillanti e furono assai dolenti della risoluzione del sovrano, sia perchè esteticamente sembrava più bella a placca d’argento, sia perchè credettero ferito il loro orgoglio, modificandosi quel segno, che loro ricordava la origine dalle crociate. 1 principali doveri dei decorati in ciascun Ordine erano la fedeltà e l’obbedienza al re e la difesa della religione cattolica. Per appartenere agli ordini di San Gennaro e di San Ferdinando si richiedevano quattro quarti di nobiltà, a meno che il favore del re non supplisse al difetto del quarto o del mezzo quarto. Per gli altri occorrevano benemerenze civili o militari, secondo i casi. L’ordine di San Gennaro era l’unico, che avesse solo il grado di cavaliere.
Erano cavalieri dì San Gennaro i tre primi figli del re e i suoi fratelli, e fra i grandi signori dell’aristocrazia, il principe di Bisignano, il duca d’Ascoli, il principe di Satriano, il principe di Campofranco, il duca di Bovino, il principe di Cassaro, il principe di Torella, il principe d’Ischitella, il Cardinal arcivescovo Riario Sforza, il principe di Castelcicala e pochi altri: insomma il fior fiore del patriziato. I signori napoletani tenevano molto alla fascia di San Gennaro. A quest’Ordine e a quello di San Ferdinando era congiunto ordinariamente l’ufficio di maggiordomo o gentiluomo di camera. Essere maggiordomi o gentiluomini di camera con esercizio, significava stare dappresso al re e alla regina, nella reggia e dovunque. I gentiluomini servivano la persona del re, i maggiordomi la persona della regina. Ogni giorno un gentiluomo e un maggiordomo, in mezza tenuta e per turno, erano nell’anticamera del sovrano per i ricevimenti o gli accompagnamenti; al teatro il gentiluomo portava l’occhialino del re, il maggiordomo l’occhialino e il fazzo-