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e quelli della spedizione assai men duraturi. Il Cagliari, partito la sera del 25 giugno 1857, da Genova, giunse nella rada di Ponza il 27; la sera del 28 avvenne lo sbarco a Sapri; il 30, la banda era a Padula, e il mattino del 2 luglio succedeva l’eccidio di Sanza, nel quale cadeva il Pisacane, che si diè volontariamente la morte, secondo afferma il Bilotti, quando, ferito gravemente, vide che non vi era più scampo per lui1. Si sarebbe suicidato anche il povero Falcone, per non cadere nelle mani delle guardie urbane, divenute bestie inferocite. Uno dei protagonisti della sanguinosa repressione fu il maggiore di gendarmeria De Liguoro, che godeva particolare fiducia di Ferdinando II, fino a sprezzare apertamente l’autorità dell’intendente Ajossa. Nella repressione gli urbani fecero man bassa sull’oro, sulle armi e sugli oggetti che caddero sotto le loro mani, spogliandone tutti i caduti, nonchè i prigionieri. Il governo, nonostante gli ordini e i richiami, non venne in possesso che di poche armi di nessun conto. In meno dì una settimana la tragedia fu compiuta, e compiuto il processo in sei mesi. Questo cominciò alla fine del gennaio 1858 a Salerno, e per il numero degli imputati, le sedute si tennero nel locale di San Domenico. Presidente della Corte fu Domenico Dalia, che si mostrò mite; procuratore generale, il Pacifico, zelantissimo, anzi fanatico che, dopo l’interrogatorio dei principali arrestati, si recò a Gaeta, chiamatovi dal re. Ogni mattina gli imputati erano tradotti dalle carceri alla Corte, in mezzo a grande apparato di forza. Qualunque segno di pietà verso di loro sarebbe stato delitto. A Filippo Moscati che, giovanissimo, assisteva alle sedute, un ufficiale dei cacciatori proibì di ricomparirvi, perchè fu visto dare qualche moneta ai detenuti più poveri.

Al dibattimento assistettero i consoli d’Austria, di Francia, del Piemonte e dell’Inghilterra, anzi quest’ultimo fece dichiarare fuori causa, per difetto di mente, due inglesi implicati nel processo, i quali ebbero per difensore il giovane avvocato Diego Tajani. Gli altri difensori furono Francesco La Francesca, Raffaele Carelli, Edoardo Petreìli, La difesa più coraggiosa la fece il La Francesca, il quale dicendo ad un punto, “il massacro di Sapri, che, per ischerno, dicesi conflitto„, fu interrotto dal te-

  1. La Spedizione di Sapri — da Genova a Sanza. — Salerno, Jovane, 1907.