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CAPITOLO XIII
A rompere il silenzio, anzi a sciogliere addirittura le lingue, venne lo scritto di Antonio Scialoja sui bilanci napoletani e sardi. Lo Scialoja non sì limitò a confrontare meccanicamente le entrate e le uscite, quali apparivano dai bilanci dei due paesi, ma le sottopose ad una critica acuta e spietata, la quale, riducendo le cifre al loro giusto valore, rendeva eloquenti i confronti, mostrando la superiorità dello Stato sardo sul napoletano. Esaminate le entrate, egli le paragonava con le spese, e suddistinguendo queste, secondo, i varii rami della pubblica amministrazione, ne traeva argomento a considerazioni e rivelazioni gravi, le quali, prese insieme, illustravano tutta la vita economica e politica dei due Stati.
Fu un nuovo e inaspettato fulmine per Ferdinando II, e un risveglio per i sudditi. L’opuscolo, scritto con chiarezza e vivacità, come lo Soialoja soleva, si legge anche oggi con interesse.