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Prima di adottare definitivamente un tipo di francobollo, furono proposti varii disegni al governo. Uno dei primi disegni, che non si è finora riuscito a determinare se sia stato inciso a Napoli, o da un tal Lefebvre in Inghilterra, rappresenta ìa testa di Ferdinando II, che non si sa, se per caso o ad arte, l’incisore fece somigliantissima al profilo di Tiberio. Comunemente vi erano rappresentati i gigli, il cavallo e la Trinacria. La prima emissione dei francobolli sul continente avvenne nel Capodanno del 1858. Li incise Luigi Masin di Napoli, e li impresse a colore su carta filigranata Gennaro de Majo. Avevano una grandezza da 42 per 29 millimetri e durarono in uso sino al 1° aprile del 1861. Per rispetto alla sacra immagine del re, il timbro d’annullamento si metteva sulla parte del francobollo, dove si vedeva rappresentata la Sicilia. Erano di vario colore, però esclusi il verde o il rosso, che potevano prestarsi a combinazioni o a manifestazioni politiche, secondo una lettera ufficiale del ministro delle finanze al luogotenente di Sicilia, in data 23 novembre 1857. E il 28 febbraio 1858, Ferdinando II, con decreto datato da Gaeta, approvò i tipi di francobolli anche per la Sicilia, e l’effigie di lui fu incisa mirabilmente dall’Aloysio Iuvara. Molte notizie sulla istituzione dei francobolli e più sul servizio postale nel Regno furono raccolte da Enrico Melillo in un volume, che vide la luce undici anni fa.1 Sono molto curiose e alcune interessanti sui viaggi, gl’itinerarii e le fermate. Con l’ordinanza del 19 gennaio 1858, si stabilì il nuovo orario, indicando le ore da impiegare per le sei linee principali, cioè Puglie, Calabrie, Abruzzi, Molise, Sora e Terracina, Il cammino di Puglia doveva compiersi in cinquanta ore all’andata e cinquantadue al ritorno; quello di Calabria in ottanta, di Abruzzo in ventotto, di Molise in tredici, di Sora in quindici e di Terracina in quattordici. Ed era il modo più celere e più comodo di viaggiare! La posta partiva tre volte la settimana e solo per Terracina, cioè per Roma, sei volte. Le partenze del sabato da Napoli avevano luogo alle due dopo la mezzanotte, per dare il tempo ai corrieri e ai passeggieri di assistere alla messa nella cappella del Palazzo Gravina. Vi erano anche linee minori o traverse, ma poche, le quali completavano la rete principale, che durò invariata sino a dopo il 1860, Nell’interno

  1. Le poste nel mezzogiorno d’Italia (Ricerche storiche). — Napoli, Pietrocola, 1897.