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nando II lo volle, e innanzi tutto fece redigere un regolamento per l’impianto e il servizio, nei primi mesi del 1858. Intanto è da sapere che in quel tempo le città marittime usavano il telegrafo ad asta, e i rari fili elettrici che univano la capitale a Caserta, a Capua ed a Gaeta, servivano, quasi esclusivamente, al governo ed alla Corte. Non sempre e non tutti quegli ufficii telegrafici erano aperti al servizio dei privati, anzi erano rarissimi. Ma nel 1858 le stazioni telegrafiche aumentarono rapidamente, e le limitazioni poste all’uso del pubblico non furono più rigorose. Il regolamento ripartì il territorio delle provincie continentali in sette divisioni telegrafiche, suddividendo gli ufficii compresi in ciascuna di esse in tre classi. La prima divisione, da Napoli a Nola, comprendeva diciassette stazioni. Napoli ne contava tre: alla reggia, a San Giacomo ed alla ferrovia; due, Caserta, alla ferrovia e alla reggia; due, Capua: alla ferrovia e al gran quartiere. Appartenevano alla prima divisione le stazioni di Cancello, Maddaloni, Santamaria, Nola, Palma, Sarno, Favorita, Castellammare, Quisisana e Ammiragliato; e vi si aggregarono, poichè la linea delle Puglie non era ancora compiuta, le stazioni dì Avellino e di Ariano. La seconda divisione, da Capua a Terracina, contava gli ufficii di Terracina, Mola, Gaeta e Torre Orlando. Cinque stazioni aveva la terza divisione, da Nocera a Potenza: Nocera, Cava, Salerno, Eboli e Cosenza; tre la quarta, da Eboli a Castrovillari: Sala, Lagonegro e Castrovillari; e tre la quinta, da Castrovillari a Paola: Spezzano Albanese, Cosenza e Paola. La sesta divisione, da Paola a Pizzo, contava le stazioni di Nicastro, Tiriolo, Catanzaro e Pizzo; tre l’ultima, da Pizzo a Reggio: Monteleone, Palmi e Reggio. Di queste stazioni, otto appartenevano alla prima classe, dieci alla seconda e ventuno alla terza. Non era permesso ai privati di servirsi del telegrafo negli ufficii di terza classe, eccettuati quelli di Santamaria, Capua, Eboli, Ariano, Lagonegro, Rossano, Nicastro e Monteleone. La tassa minima era per venticinque parole e non progrediva parola
Melisurgo fu Francesco Crispi. La famiglia è continuata dal ramo secondogenito, cioè dai figli di Francesco, l’amico di Settembrini e che fn alto funzionario nel ministero dei Lavori Pubblici e morì a 93 anni. Dei suoi figli, Michelangelo è caposezione nel ministero di agricoltura e commercio e Guglielmo è direttore della società napoletana di elettricità.