Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 237 — |
dalla sagrestia e presentarono due immagini della Vergine, ricamate in seta, una al re ed una al duca di Calabria, e lo Zampella, buon prete, ma affatto incolto, volle tentare un discorso, al quale diè l’aire con le parole Signor re, rimaste celebri in quei paesi, ma non potè, il poveretto, proseguire e tutti risero. Mentre risalivano in carrozza, accadde un altro casetto. Il curato di santa Barbara, don Pasquale Ponticelli, aveva qualche tempo prima, ottenute dal re per la sua chiesa, due campane. Il sagrestano della parrocchia soprannominato Rorò, che era lì, in mezzo alla folla, gridò al re: "Maestà, chelle campane vanno bbone„ . Il re sorrise e gli rispose: "Me fa tanto piacere„. Queste manifestazioni popolaresche gli riuscivano gradite più delle feste ufficiali: erano il suo maggior divertimento.
A Pozzuoli, nella chiesa di Santa Maria del Carmine, chiesa dotata da monsignor Rosini di un’opera pia tuttora fiorente, si venera l’immagine della Madonna del parto. È una statua di pregevole fattura, tolta dall’oratorio del palazzo che fu di don Pietro di Toledo, e raffigura la Vergine in ginocchio, con le mani giunte in atto di pregare, ma le forme della statua sono nascoste da un ampio manto di seta, che dal capo, sotto la corona d’argento, scende fino ai piedi, lasciando fuori il viso e le mani. Dalla tinta bruna del volto, la Madonna è chiamata tradizionalmente la Schiavottella. A questa immagine, pel titolo che porta, vanno a raccomandarsi le partorienti, e Ferdinando II serbava egli pure questa usanza quando la regina era incinta. All’avvicinarsi del parto, il re conduceva Maria Teresa e i figliuoli a visitare la Madonna, e vi si recava sul cader del giorno, in vetture precedute dà battistrada e seguite da un drappello di ussari in gran tenuta. Il re, entrando nel santuario, si faceva il segno della croce con l’acqua benedetta, offertagli dal vescovo e poi andava a porsi, egli co’ suoi, ginocchioni davanti l’altare maggiore, per assistere al canto delle litanie e ricevervi la benedizione del Sacramento. Dopo, presa per mano la Regina ed i figliuoli, ad uno ad uno, si accostava alla immagine ed in ginocchio, tutti raccolti, recitavano le preghiere a voce alta.
Compiuta la cerimonia, sulla soglia del tempio accettava un modesto ricordo che gli presentava il canonico Ragnisco, rettore della chiesa, cioè una figura ricamata della Vergine ed una frasca di