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CAPITOLO XI

Sommario: Ferdinando II a Caserta e a Gaeta — Vita familiare — Si occupa delle cose più insignificanti dello Stato — Le sue lettere e i suoi motti — Ricordi del 1848 — La reazione cieca — Sospetta di tutto e perde la pace dello spirito — Via senza uscita — Non era principe italiano — Distinguere l’uomo dal re — Le sue abitudini intime — Ama i figli a modo suo e ne trascura l’educazione — Francesco II educato in un ambiente di sospetti e di paure — Silenzioso e cupo — I soprannomi dei principi siciliani in Corte — Gli scrupoli religiosi del re — Il suo confessore e un regalo di nozze — Il re e la jettatura — Ci crede — Un aneddoto narrato da Giuseppe Fiorelli — Il re nei monasteri e nei santuarii — A Caivano e a Pozzuoli — I prigionieri politici — Una risposta di Carlo Poerio — Il padre Gutinelli a Caserta — Pregiudizi! e volgarità — Il guaglione del vecchio gesuita — Ferdinando II nella sua prima giovinezza — Il matrimonio con Maria Cristina — Non era voluto da lei — Rivelazioni postume — Infelicità della regina — Volgarità degli scherzi e aneddoti — I fratelli e le sorelle del re — La contessa di Siracusa — Un motto di don Leopoldo — Vive fra artisti e in un ambiente di cultura — Il conte d’Aquila — Bisticcio irriverente del duca Proto — Cariche e ufficii in Corte — Molti ricordi — Il padre Pompeo e il padre Romelli.


Nel 1857 Ferdinando II contava quarantasette anni, ma pareva ne avesse più di sessanta. Le emozioni del 1848 e del 1849, e l’attentato di Agesilao Milano avevano lasciato in lui segni molto profondi. A Napoli andò di rado; la sua dimora favorita divenne Caserta, ma una parte dell’anno la passava a Gaeta. La vita di famiglia, che egli sempre predilesse, diventava, fuori di Napoli, casalinga addirittura. Di quella vita si legge una descrizione esatta nelle memorie dell’arciduca Massimiliano, che lo visitò a Gaeta nell’estate del 1855. Era imposta dalla regina Maria Te-