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non erano sicuri neanche in quel luogo. Occorreva farli imbarcare a qualunque costo. De Martinis si rivolse a Ferdinando Mascilli, il gran padre dei patrioti e cospiratori, ma il Mascilli, dopo pochi giorni, fu arrestato anche lui. La sua signora, donna Rosalia Cianciulli, per mezzo del dottor Poppi e del Read, corrispondente del Times, ottenne che il Nociti ed il Falcone fossero raccolti sulla Surprise, corvetta inglese, la quale portava da Malta a Napoli la corrispondenza politica. Un barcaiuolo, cui furono date cinque piastre, portò in salvamento i due fuggiaschi a bordo del legno inglese.

Il Falcone scese un anno dopo a Sapri, con Pisacane e Nicotera e cadde a Sanza, gloriosa vittima dei suoi ideali repubblicani, e il Nocito entrò nell’esercito garibaldino, poi nel regolare, ed è morto da pochi anni col grado di colonnello. V’ha chi afferma che l’uno e l’altro sapessero che la gran cosa, cui accennava qualche volta Agesilao, fosse l’uccisione del re, ma non mai come partecipi di una cospirazione, che non vi fu; ma io credo che neppure la sapessero.


Gli arresti furono vere retate in Calabria, singolarmente nei comuni albanesi, e più ancora in San Benedetto Ullano, dove vennero tratti in carcere i cugini Temistocle ed Eugenio Conforti, nonostante fossero nemici a morte di Agesilao, sospettato amante della moglie di Oloferne, loro cugino e condannato ai ferri. Temistocle aveva assalito Agesilao col coltello in pugno, e Agesilao si era dato alla fuga, lasciando il paese, dove non fece più ritorno. Furono anche arrestati i fratelli del Milano, Camillo e Ambrogio, e poi i fratelli Gentile di Paola; Carlo de Angelis, fornitore delle carceri, che aveva avuto il Milano come scritturale; il giovinetto Domenico Marchese di Macchia; il dottor Lelio Gatti, medico di Cosenza e di nota famiglia liberale e quanti, in breve, si sapeva o si sospettava che avessero avuto rapporti col Milano. Furono tradotti a Napoli, in attesa di un giudizio, che non si fece mai. E a Napoli gli eccessi non ebbero limite. Furono carcerati quasi tutti gli studenti della provincia di Cosenza, già alunni del collegio di San Demetrio, e Guglielmo Tocci uno dei primi come si è detto, e contro il quale esisteva inoltre il glorioso, ma pericoloso precedente della morte eroica di suo fratello Francesco Saverio,