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Capuano e morì giovane a quarantatre anni nel maggio 1868. Di quella mostra si parlerà di proposito più innanzi.

Nei primi giorni di febbraio 1856 morì il principe di Torella, già ministro nel 1848, padre di Nicola, di Camillo e della marchesa di Rende, reputato uno dei signori più ricchi del patriziato, tenuto in gran concetto per l’animo e la mente. Di quella morte stranamente avvenuta, Cesare Casanova informava il cognato con questa lettera:


Noi siamo sotto l’impressione funesta d’una sventura, che dovrebbe chiamarsi pubblica a varî titoli. Domenica sera abbiamo perduto l’ottimo principe di Torella in modo veramente barbaro. Egli tornava dal pranzo di etichetta dato dal principe di Gerace (Baciccia Serra), in occasione delle sue nozze, verso le 11 p. m., ed aveva dato al cocchiere la consegna di menarlo da Bivona. Ma, giunto innanzi alla casa di Cajaniello, abbassò il cristallo e disse di volere invece essere menato a casa. Questo avvenne; ma il cameriere con meraviglia osservò che il padrone non scendeva, mentre lo sportello era aperto da un pezzo. Si prese un lume. Si trovò il principe alle prese con la morte, che ebbe luogo un paio di minuti dopo, fra le braccia della duchessa di Cajaniello. Questa mattina gli si renderanno gli ultimi uffici nella chiesa di s. Ferdinando, dove si è lavorato per due notti e due giorni„.

E alla distanza di una settimana.

"Ancora si parla, e si parlerà certo per un pezzo, dell'ottimo principe di Torella e della sua fine tanto funesta. La sua famiglia è immersa nel più profondo dolore, stile lapidario, questa volta sorretto dalla verità, Egli ha lasciato una fortuna molto più considerevole di quello che si poteva supporre, cioè netti circa 40 mila ducati di rendita. Il testamento è il seguente: disponibile usufratto alla principessa vedova; proprietà, due terzi al piccolo Peppino, figlio di Lavello, ed un terzo a Camillo - Insomma, ecco tutto: le quattro donne ed i due maschi hanno avuta di legittima ducati sessanta mila, il che forma ducati 360 000 legittima; e 860 000 disponibile; quindi fortuna netta 720 000 ducati, oltre ventimila ducati d'argento, una famosa biblioteca, mobili etc. e la Commenda dell'ordine Costantiniano presso Teramo, che è considerevole.

L’erede, presente principe di Torella, fu nei nuovi tempi sindaco di Napoli; e suo padre Nicola, allora duca di Lavello, fu ministro degli affari ecclesiastici nel ministero costituzionale di Francesco II.

Nel 1852 vennero riformate e distinte le due Consulte dei reali dominii di là e di qua dal Faro. Le prima, composta di