calabresi; Guardati apparteneva a nobile famiglia sorrentina Flecher commerciante e banchiere, e Passariello, piccolo passero era soprannominato il figlio del Principe Prospero Cimitile.
Negli anni 1854 e 1855 Napoli, anzi tutto il Regno fu invaso dal colera, che fece alcune vittime anche nel mondo signorile. Il morbo non era davvero gravissimo, ma alcuni casi spaventavano la gente. Nel carteggio dei fratelli Casanova si leggono notizie assai curiose. Cesare scriveva:
"Dopo l’avvenimento di d’Arpino un’altra tragedia è avvenuta, cioè la morte del povero Gennarino Compagna, il quale ieri alle tre e mezzo andava passeggiando per Napoli ed alle otto era già freddo cadavere. Il poverino aveva da tre giorni la diarrea e ieri mattina il fratello aveva voluto persuaderlo a non uscire, avendo passata una notte tempestosissima. Ma il povero Gennarino sentendosi verso l’una un po’ meglio volle andare a S. Carlo, perchè, come tu saprai, egli era uno de’ soci della nuova impresa dei rr. Teatri».
E sette giorni dopo:
"La salute pubblica va meglio. Il colera l’ha chi vuole averlo. I comodi della vita, la temperanza della qualità e quantità de’ cibi allontanano la paura della crudele invasione. Ma le gente del popolo non vuole persuadersene, e sino dalla prima domenica d’ottobre, con questo caldo che abbiamo, si è incominciato lo smaltimento della carne porcina! Il povero Compagna, spento assai prima del mezzo del cammin della sua vita era veramente quegli che tu conoscevi per marito alla Pandola, ed amico al nostro Federico. Egli più che coleroso è morto avvelenato, avendo sorbito tre bottiglie intere del liquido anticolerioo del dottor Galbiati, di cui quattro o cinque sole gocce bastano ad arrestare il vomito e la diarrea colerico. Egli, padre già di tre figlie ancor vive, ha lasciato la sua moglie incinta, e però ha lasciato disposto che la sua disponibile andasse al figlio nascituro, se maschio; altrimenti a suo fratello il barone Compegna che, come sai, dopo Barracco, è il più ricco signore del Regno. Che ne dici questa di questa maniera di amare i suoi figli?„...
E difatti quel testamento fu oggetto di generale biasimo, soprattutto quando, sgravatasi la vedova, venne al mondo un’altra bambina. Il Compagna pagò un tributo al pregiudizio tutto calabrese di perpetuare i patrimoni nelle famiglie, cercando di frodare le donne, e non dando moglie che ai primogeniti, o a