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Noemi o la figlia di Caino, tragedia spettacolosa di Domenico Bolognese, scritta per la Ristori. Ebbe un successo trionfale. Vincenzo Torelli scriveva: "un successo più clamoroso, un entusiasmo teatrale più deciso di quello prodotto da questa tragedia, non è a nostra notizia. Rompere a mezzo il gesto, la parola, un movimento le cento volte, sono prove di avvenimento più che straordinario, unico„. La Ristori era Noemi e Achille Majeroni, Caino. "Tutti vestiti di pelle, continuava il Torelli, la Ristori era una bellezza, una perfezione e Majeroni, un gigante di forme e di modi; quella l’angelo dell’amore e della pietà, questi il colosso del delitto e del rimorso„ . La figlia di Caino popolò stranamente quel teatro, d’ordinario spopolatissimo e rese quasi deserti i Fiorentini, dove si dava una Bertrada, inconcludente tragedia del Proto, il quale si era dato tutto al teatro. Gli attori della Bertrada recitavano alle sedie e ai palchi vuoti, benché vi prendessero parte la Sadowski, Bozzo e Romagnoli, e Achille Torelli cercasse difenderla con un articolo. Felice Niccolini vi fece su quest’epigramma:
Scellerato Caino! ognor crudele, |
E il duca, punto nel vivo, replicò senza sale nè pepe:
A riacquistar la palma il duca Proto, |
Ma il teatro veramente di moda, dopo il San Carlo e che continuò ad esserlo anche dopo il 1860, fu quello dei Fiorentini. Un teatro di prosa, come quello, Napoli non ha avuto più. Vi recitavano ed erano nella freschezza dell’età, Fanny Sadowski, Achille Majeroni e Michele Bozzo, idoli tutti e tre di un pubblico ipercritico, ma facile agli entusiasmi, e che Majeroni mandava in delirio quando rappresentava il Saul, quel Saul che, dato l’anno innanzi con altri artisti, aveva provooato fischi e proteste. La Sadowski possedeva l’arte di far piangere; e il Bozzo, morto da poco nella miseria, era il cucco delle signore e delle