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traggioso di lettera, ch’è nel dramma di Victor Hugo: qui si cancella nella nota scena l’iniziale del casato della protagonista; a Napoli si rabberciava in T l’F, e Fosco diventava Tosco. Sembrano cose inverosimili. Eppure fra i revisori della polizia non mancavano persone di talento, come il Rocco, l’Anzelmi, il Cordella e il Mastriani! Per l’apertura della stagione invernale del 1858, il cronista mondano del Nomade verseggiava:
Presto a San Carlo ritorneremo, |
E i fischi piovvero davvero e ben clamorosi. Si rivolle il Lionello, con la Fioretti, soprannominata l’usignolo, la Guarducci, Coletti e Fraschini; ma Coletti era rauco e dal primo atto si passò al quartetto dell’ultimo, e lo spettacolo finì presto tra i più alti segni d’indignazione. Fraschini furoreggiava nelle due ballate e la Fioretti nel quartetto finale. Sorte più triste ebbe il ballo Il Ravvedimento, perchè la Tedeschi, prima ballerina, debuttò fra una tempesta di urli. Anche lo Stiffelio del Verdi, più noto sotto il nome di Aroldo, ebbe un successo men che mediocre; ma ottenne il favore del pubblico anche pel ricco allestimento scenico, la Jone del Petrella, rappresentata la prima volta nella sera del 9 novembre 1858. Vi cantarono divinamente la Medori, Negrini e Coletti. Riscosse grandi applausi l’a-solo per clarino, eseguito dal celebre Sebastiani, che era stato l’amante invidiato della Ronzi;, piacque la marcia funebre e se non destò proprio entusiasmo tutta l’opera, il successo andò via via aumentando sino a diventare un trionfo. Esito infelice ebbe, sulle stesse scene, nel marzo del 1859 Il saltimbanco del Pacini. Il saltimbanco fece "un salto mortale„ scriveva il Nomade e continuava:
Spargiam d'immonda cenere |
Non deve lasciarsi nell’oblio un incidente avvenuto al San Carlo nell’ottobre del 1888, e riferito così da Alfonso Casanova al cognato “L’altra sera avvenne un chiasso al “San Carlo„. Si dava la Lucia: al momento del duetto tra soprano e tenore,