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Perchè fu soppresso? Il caso merita di essere ricordato. Si era ai primi giorni del 1859. Il Diavolo Zoppo pubblicò, come caricatura, una figura di donna che entrava in una tinozza e sotto vi erano scritti i versi del Petrarca:

Chiare fresche e dolci acque,
Ove le belle membra
Pose colei, che sola a me par donna.

La donna fu creduta un’allusione all’Italia e la tinozza al Piemonte. Il revisore non vi aveva veduta questa allusione, ma ve la trovò la polizia, onde il giornale fu soppresso e Rocco, revisore e tipografo, la passò brutta. Orgitano scriveva anche nel Nomade alcuni corrieri umoristici, firmati Nemo, i quali facevano sganasciar dalle risa i numerosi lettori. Egli era stato il grande umorista del 1848, col suo celebre Arlecchino.

Il 20 marzo 1858, il Nomade pubblicò una vignetta rappresentante l’attentato contro Napoleone III dinanzi al peristilio dell’Opera, la sera del 14 gennaio. Nello stesso numero annunziava che il giorno 13 marzo, Orsini e Pieri avevano subita la pena capitale, e che i capelli di Orsini, rasi prima dell’attentato, cominciarono a farsi grigi quando comparve innanzi alla Corte, e divennero bianchi pochi giorni prima dell’esecuzione. Scrivevano in questo foglio giovani di valore. Gaetano Galdi seguitò a dirigerlo fin dopo il 1860. Nel settembre del 1858 lo stesso giornale pubblicò una serie di lettere di Luigi Indelli dal titolo: Sullo stato presente delle lettere a Napoli, che meriterebbero di esser lette da quanti amino farsi un’idea del movimento intellettuale in quegli anni. Anche Enrico Pessina vi scriveva articoli, ora di lettere ed ora di scienze. Fra i primi merita speciale ricordo la polemica con Vincenzo Petra, a proposito della Saffo di Tommaso Arabia; e fra gli altri, un’interessante recensione sul bel libro di Giacomo Racioppi: Dei principii e dei limiti della statistica, pubblicato nel 1857. Carlo de Cesare si occupava di economia, d’industrie © di letteratura; Federico Quercia illustrava i versi di Aleardo Aleardi, che egli definì il poeta del secolo XIX, e ne pubblicò il Monte Circello con una geniale prefazione. Saverio Baldacchini scriveva una serie di articoli sul poeta inglese Giovanni Keats, e Carlo Tito Dalbono, erudite ed enfa-