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generavano altri più meno simili. La Gazzetta dei Tribunali, la Gazzetta Musicale vivevano quasi clandestinamente, e la prima non si vendeva che in un solo caffè di via dei Tribunali. Giornale illustrato era il Poliorama Pittoresco, che dirigeva don Filippo Cirelli di Molise, e si pubblioava così: nn foglio ogni sabato, ed un fascicolo di quattro fogli, ogni mese. Era stato fondato nel 1839, e le sue illustrazioni molto ingenue erano in litografia, se ritratti o figure; e incisioni in legno dolce, se paesi o disegni. Vi si pubblicavano prose e versi, critiche letterarie e immancabili sciarade. Nell’aprile del 1853 pubblicò una sobria necrologia di Federigo Cassitto, benemerito segretario della Società economioa di Avellino, e una sdolcinata ode del Panzanese, dal titolo Addolorata. Ad opera più vasta attendeva il Cirelli, pubblicando il Regno delle due Sicilie, descritto e illustrato, ma che non riuscì a compiere. Ne parlerò più innanzi, essendo meritevole quella pubblicazione di essere esumata.


Vecchio redattore del Poliorama Pittoresco era stato l’abruzzese Cesare Malpica, che nel 1841 vi scrisse una vita di Napoleone Bonaparte, e poi si diè a scrivere romanzi e libri di viaggio; ricco di fantasia non di coltura, percorse le provincie, raccogliendo impressioni e notizie. Esercitò grande influenza nel mondo letterario prima del 1848, guastò molte teste, ed ebbe discepoli, imitatori e con trafilatori. Nel 1856 morì Giulio Genoino, e Luigi Cassitto pubblicò nel Poliorama un capitolo picciuso, indirizzato al Cirelli, che cominciava così:

Don Felì, s’è stutata la lucerna
De la Pranasso! Genoino è mmuorto,
Sia paoe all’arma soja.... requiammaterna!
La lengua, che se parla abbaseio Paorto,
Mo vide sten cenata!... Addio dialetto....
Chi t’adderizza cohiù? Mo jarrajo staorto!

I giornali non avevano altra diffusione che fra i proprii abbonati o nei caffè, dove, naturalmente, si leggevano gratis. Non vendita per le vie e neppure chioschi nelle piazze. Ebbero vita più lunga l’Omnibus, il Nomade, l’Iride e il Diorama, i quali morirono dopo il 1860, ammazzati dai nuovi tempi, che richiedevano altre energie giornalistiche; anzi il Diorama morì anche prima. Si pubblicava due volte la settimana, e oosì pure la Moda che nacque nel 1852: piccolo foglio