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CAPITOLO VII

Sommario: I giornali del tempo — Loro tipo e importanza relativa — Il solo Giornale Ufficiale era quotidiano — Direttore e redattori — Teatri e letteratura, niente politica — L’Omnibus, l’Epoca e il Nomade — Don Filippo Girelli e il Poliorama Pittoresco — È editore di altre pubblicazioni — Cesare Malpica — I maggiori caricaturisti del tempo — Melchiorre Delfioo e Giuseppe Verdi — I giornali umoristici — Giuseppe Orgitano e Luigi Coppola — I maggiori scrittori in prosa e in versi — Il Diorama, l' Iride e il Secolo XIX — Ricordi e aneddoti — Ortodosso parola spagnola — Epigrammi e Riviste — Il marchese di Caccavone e il duca Proto — Duello per un sonetto — Vincenzo Torelli e le sue disgrazie — Esce dal carcere politicamente mutato — Le strenne e i loro scrittori — Sonetto petrarchesco di Federigo Persico — La passione per Byron — Le strenne nelle provincie — Altre amenità della revisione — Ricordi faceti di don Gaetano Royer — Domenico Anselmi primo revisore — Il teatro di Shakespeare — I teatri — I maggiori spettacoli di quegli anni al San Carlo — Cantanti, ballerine e critici — Verdi e una pagina di storia teatrale — Un aneddoto al San Carlo riferito da Alfonso Casanova — La Ristori al Fondo — 8ueeita nn delirio — I maggiori vati che la cantarono — La Compagnia dei fiorentini — La Sedowski, Majeroni e Bosso — Adamo Alberti attore e impresario — Luigi Taddei attore e poeta — Opere applaudite e fischiate — I critici — Epigrammi e polemiche — Al teatro Nuovo — La Maria de Rohan e l’Elvira dei Geltradi — Un articolo della Moda — La Fenice e i due teatri dialettali — Circhi equestri.


      Il tipo del giornale napoletano in quegli anni fa quasi esolusivamente letterario, e la maggior parte l’occupavano i teatri. Il giornale era la sola palestra, che si presentasse ai giovani desiderosi di salire in fama. Non mancavano buoni articoli di scienza e recensioni di nuovi libri, polemiche e critiche fatte con garbo, ma abbondavano le sciarade, le epigrafi, gli epigrammi, le poesie e le necrologie. Di cronaca locale neppur l’ombra, e la politica era